domenica 29 dicembre 2013

Lettera da Praga, non troppo informata ma divertita.        di Corradino Mineo

 Confermo parola per parola e sottoscrivo...

 

 

"Ho sospeso il caffè e seguo solo da lontano le notizie italiane. Leggo i giornali con ritardo, non mi preoccupo di restare connesso in rete. Devo confessare che trovo divertente questo distacco che mi sono imposto. Perché vedo le menzogne lievitare e poi afflosciarsi a distanza di pochi giorni. Quando ho lasciato, nemmeno una settimana fa, si stava dispiegando il tentativo di attribuire al Senato, cioè alla camera che sarà soppressa, alle lobby, per definizione senza nome, a singoli deputati, senza qualità, lo scempio dei provvedimenti natalizi su cui il Governo aveva posto la fiducia, salva Roma e stabilità.
A un certo punto il Governo ha creduto di averla fatta franca e il Quirinale ha intimato di non snaturare i decreti legge firmati dallo stesso Presidente della Repubblica. Tuttavia i fatti sono testardi e sta venendo fuori la verità. Da 7 mesi, non da 7 settimane, il governo governa espropriando il Parlamento di ogni sua funzione, bombardandolo di decreti non omogenei (come le misure contro i No TAV infilate nel provvedimento sulla violenza di genere), suggerendo a Presidenti di Commissione e Capi Gruppo di maggioranza emendamenti correttivi o aggiuntivi, in nome della governabilità.
Era l’altra faccia delle larghe intese. Napolitano, Letta e l’ex “pacificatore” Berlusconi promettevano per il 2015 la grande riforma della Costituzione, come panacea di ogni male. Intanto i ministri (tutti o quasi) si esercitavano in una politica di regalie (che più volte ho definito “dorotea”) con lo scopo di tener buona la platea più ampia possibile di clienti o di soggetti a qualche titolo bisognosi di un intervento pubblico. La responsabilità del Pd è di aver selezionato, nel periodo peggiore della sua non politica, tra aprile e maggio, un gruppo di Presidenti di Commissione, Capi gruppo e Relatori che avevano per compito quello di compiacere il Governo, di non disturbare le intese, di reprimere ogni dibattito che rischiasse di apparire - e fu coniato un neologismo - “divisivo”.
Tra il 27 novembre (voto della decadenza di Berlusconi) e l’8 dicembre (primarie del Pd), quel modo di fare e quella politica sono stati definitivamente seppelliti. Anche se in molti non lo avevano capito. La maggioranza, infatti, si basava ormai su di un vantaggio risicatissimo in Senato. Mentre i suoi appetiti erano persino cresciuti, poiché il Nuovo Centro Destra doveva portare a casa qualcosa alla faccia di Forza Italia, il centro di Monti si era diviso in due, e il Pd di governo cercava di non perdere peso dopo le primarie.
Amen. A me sembra evidente che il Governo Letta Alfano non possa durare neanche un mese senza darsi una precisa tabella di marcia, con obiettivi scadenzati nel tempo, verificabili e condivisi. Così come mi sembra inevitabile che i gruppi parlamentari del Pd, debbano procedere a un chiarimento, prendendo atto della rivoluzione che si è compiuta con le primarie, discutendo, decidendo e, se necessario, dividendosi.
Il prossimo decreto omnibus che il Governo presenterà in Senato sarà dichiarato incostituzionale con sommo gaudio del presidente Grasso e della Presidente della Prima Commissione Anna Finocchiaro. Bene. Tocci e il sottoscritto saranno autorizzati a respingere al mittente la richiesta di concedere al governo una delega in bianco per l’università.
Eppure il tentativo di cambiare le carte in tavola c’è stato. E si è servito della nuova ideologia, demagogica e populista, quella che attribuisce alla “politica” tutte le colpe. In linea con l’affabulazione del Grillo e con il tentativo di assolvere il resto della “razza padrona”: finanzieri, banchieri, imprenditori che vivono di commesse e sostegno pubblici, giornalisti strapagati, professori e tecnici supponenti e incompetenti.
Su questo bisogna tornare: la bancarotta italiana consiste purtroppo nel fallimento dell’intera classe dirigente. Il rinnovamento dovrà essere radicale. E la logica secondo cui pubblico fa schifo e privato è buono, almeno sottoposta a verifica. Qui vorrei, però, spendere ancora poche parole sulla sorpresa con cui Potenti e Saccenti hanno accolto le posizioni espresse da Maurizio Landini di ieri alla Repubblica. Mettiamola così. Da anni i metalmeccanici sono stati lasciati soli. Soli a sostenere la loro battaglia per la libertà di rappresentanza in fabbrica, soli a dire che non si sarebbero difesi i giovani senza lavoro né quelli a partita IVA, togliendo i pochi diritti rimasti agli operai. Ora il progetto che Renzi e Taddei dicono di voler preparare per il Pd sembra dargli ragione. Trovo assolutamente naturale che Landini vada a “vedere”. Dovrebbero farlo anche Civati e Cuperlo, senza dar troppo peso alle anticipazioni interessate dei giornali.
I quali giornali spesso semplificano, perché “tecnici” ed “editorialisti” non comprendono, perché i 101 si meravigliano. Avevano raccontato una bugia, un’Italia immaginaria. In cui gli operai meccanici figuravano come i difensori di ogni incrostazione burocratica, di ogni rigidità e conservatorismo. Mentre imprenditori privati (persino i Riva), tecnici di governo (persino Fornero, che non conosceva il numero dei pensionati rimasti senza tutela), teorici del sindacato collaborativo (persino Sacconi) passavano per riformisti.
Il 2014 sarà un anno difficile, ma si annuncia divertente per chi non ha paura della verità."

martedì 3 dicembre 2013

Pescara, Dicembre 2013





 




Dopo due giorni di pioggia (e conseguenti disastri) il Sindaco di Pescara ALBORE MASCIA e l'assessore alla Protezione Civile Fiorilli chiedono lo stato di calamità...


ADESSO SIGNOR SINDACO LUIGI ALBORE MASCIA, D'ANNUNZIANAMENTE PARLANDO, NON SAREBBE IL CASO DI CHIEDERE SCUSA ALLA CITTA' E FIRMARE LE DIMISSIONI??
           Scendi Dario che è meglio...

                                          
 Lettera aperta di vauro Senesi a Dario Fo



lunedì 2 dicembre 2013

domenica 1 dicembre 2013


Lettura della settimana


"Professore, ma lei è di destra o di sinistra?"
"Bella domanda. Anch'io me lo chiedo da tanto tempo, ma non l'ho ancora capito."

mercoledì 27 novembre 2013

Berlusconi: "Decadenza colpo di Stato". 

E chiama la piazza a reagire

 

Good morning Italy!!!

martedì 26 novembre 2013

La volontà puritana di sofferenza degli austerici non ha limite

da "The conscience of a Liberal" di Paul Krugman 


Da un’intervista a Jens Weidmann  a Die Zeit, in cui il presidente della Bundesbank ha affermato che “stampare soldi sicuramente non è il modo per risolvere la crisi", Paul Krugman torna sulla volontà puritana di sofferenza degli austerici.
Considerando i problemi dell'euro in termini di macroeconomia, prosegue i lpremio Nobel per l'economia, l'area  è al suo massimo storico di disoccupazione e al minimo storico di inflazione. Per definizione, la politica monetaria è troppo restrittiva. Chiaramente vi è un problema di efficacia, poiché la BCE è vicino al limite dello zero dei tassi, ma non si può certo sostenere che stampare denaro non è almeno una parziale soluzione alla crisi. 
Poi vi è il problema del riequilibrio interno. I grandi flussi di capitali dal nord al sud Europa hanno spinto troppo in alto i prezzi in Spagna, Italia e in paesi simili, e ora questi hanno bisogno di una "svalutazione interna". Ma la rigidità del salario nominale verso il basso è un fatto ed è molto più facile riallineare i salari spagnoli rispetto ai tedeschi attraverso l'aumento di questi che attraverso la diminuzione dei primi. La svalutazione interna della Germania tra il 2001 e il 2007 è stata ottenuta attraverso l'inflazione nei paesi mediterranei, non con la deflazione del paese. Su quali basi, domanda Krugman, si potrebbe sostenere che un tasso di inflazione un po’ più altodell'attuale 0,8% non servirebbe a nulla per aiutare a risolvere la crisi?

Weidmann ha deciso di non considerare le analisi economiche in favore di fantasie, che non sono tanto illusioni sull'esistenza di soluzioni facili, ma sulla loro assenza anche quando la teoria spiega molto chiaramente che tali soluzioni esistono. Questo è quello che si definisce, conclude Krugman, sadomonetarismo.

domenica 24 novembre 2013

Luci nella notte

Aldo Moro, Tempi nuovi s'annunciano...
 

Tempi nuovi si annunciano ed avanzano in fretta come non mai. Il
vorticoso succedersi delle rivendicazioni, la sensazione che storture,
ingiustizie, zone d’ombra, condizioni d’insufficiente dignità e
d’insufficiente potere non siano oltre tollerabili, l’ampliarsi del quadro
delle attese e delle speranze dell’intera umanità, la visione del diritto degli
altri, anche dei più lontani, da tutelare non meno del proprio, il fatto che i
giovani, sentendosi ad un punto nodale della storia, non si riconoscano
nella società in cui sono e la mettano in crisi, sono tutti segni di grandi
cambiamenti e del travaglio doloroso nel quale nasce una nuova umanità.
Vi sono certo dati sconcertanti di fronte ai quali chi abbia responsabilità
decisive non può restare indifferente: la violenza talvolta, una confusione
ad un tempo inquietante e paralizzante, il semplicismo scarsamente
efficace di certe impostazioni sono sì un dato reale e anche preoccupante.
Ma sono, tuttavia, un fatto, benché grave, di superficie. Nel profondo è
una nuova umanità che vuole farsi, è il moto irresistibile della storia. Di
contro a sconcertanti e, forse, transitorie esperienze c'è quello che solo vale
ed al quale bisogna inchinarsi, un modo nuovo di essere nella condizione
umana. È l’affermazione di ogni persona, in ogni condizione sociale, dalla
scuola al lavoro, in ogni luogo del nostro Paese, in ogni lontana e
sconosciuta regione del mondo; è l’emergere di una legge di solidarietà, di
eguaglianza, di rispetto di gran lunga più seria e cogente che non sia mai
apparsa nel corso della storia. E, insieme con tutto questo ed anzi proprio
per questo, si affaccia sulla scena del mondo l’idea che, al di là del cinismo
opportunistico, ma, che dico, al di là della stessa prudenza e dello stesso
realismo, una legge morale, tutta intera, senza compromessi, abbia infine a
valere e dominare la politica, perché essa non sia ingiusta e neppure
tiepida e tardiva, ma intensamente umana.

Discorso al Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana, 21 novembre 1968

Quarantacinque anni dopo, l'attualità del pensiero politico di uno Statista....

sabato 23 novembre 2013

A Pippo Civati non far sapere...

L'unico candidato paranormale-paracredibile-paravotabile alle primarie del PD dell'Immacolata, Giuseppe detto Pippo Civati ha dato all'universo mondo la dimostrazione che il Partito Dementi (non De Menti) non è nè un partito, nè democratico, nè tantomeno come si diceva una volta "di Sinistra".
Lo dico chiaro: se l'8 dicembre, trovandomi in stato di ebbrezza e sotto effetto di stupefacenti, mi fosse venuta la balzana idea di andare a regalare due euro al PD avrei votato Civati perchè è convincente, non si atteggia, non ha padri putativi politici, non è sostenuto dai ras locali del partito in nessuna parte d'Italia (contrariamente a certi rottamatori a corrente alternata), qualche idea di cosa sia la sinistra ce l'ha, insomma mi piace e mi piace la sua comunicazione. Perciò si prende gli schiaffi in questo post.  
Qualche giorno fa la Camera ha votato sulla fiducia al Ministro della Giustizia Cancellieri.C'è da dire che Civati si era espresso con chiarezza e con argomentazioni più che condivisibili, di buon senso: le dimissioni della Cancellieri sono atto politico dovuto per ragioni morali e di opportunità politica. Una posizione da sinistra vera di qualche decennio fa, di quando a sinistra non si esultava "abbiamo una banca!" da parte di uno dei pochissimi pdini che non ha mai votato la fiducia alle larghe intese (contrariamente ai pasdaràn di certi pseudorottamatori). Il buon Pippo proponeva pure di presentare lui stesso una mozione di sfiducia, visto che per dispetto ai 5stalle non si poteva votare la loro. Ma nel PD, come si sa, un attimo che ti distrai e zac! sei fottuto. Infatti.. Arriva il giorno del voto, Letta palle d'acciaio fa la voce grossa e il pd vota compatto la fiducia ad Annamariacuoredoro Cancellieri.
Punti interrogativi come se piovesse: ma Pippo? forse non c'era, forse ha avuto un attacco di dissenteria? lo hanno chiuso in uno sgabuzzino??No, ha votato in conformità al Gruppo, cioè si alla fiducia, cioè smentendo se stesso e chi lo segue.
Le risposte sul perchè in un'utile intervista di Alessandro Gilioli sul blog "Piovono Rane" per L'espresso : il titolo è già eloquente "cosa dovevo fare uscire dal PD?" chi è interessato se la va a leggere con comodo, è istruttiva.
La morale di questa favola al contrario è che nel PD ci sono tantissime brave persone che lavorano, s'impegnano, ci credono e lo vorrebbero "il principale partito della sinistra italiana ed europea" (cit.Massimo D'Alema), alcune di queste persone siedono anche in Parlamento (Civati, Mineo ed altri) ma sono completamente immobilizzate dal fatto di essere nel posto sbagliato, in un partito non-partito, non-democratico, non-riformista, non-progressista,non-di-sinistra, con una base valoriale ed etica che resta sulla carta e resta lettera morta. Ciò lo rende una Scelta Civica un pò più grande, un PD-L senza L e senza B. e soprattutto lo rende perdente nel Paese. "Ma continuiamo così, facciamoci del male.." (cit.Nanni Moretti).
Resta la domanda "Cosa dovevo uscire dal PD?" Si Pippo, si doveva uscire dal PD, ma già da un pò di tempo.. Perchè più tempo ci stai, più la tua credibilità viene erosa, la tua capacità d'incidere spuntata e neanche la Madonna dell'Immacolata ti può fare il miracolo.


 

    



giovedì 21 novembre 2013

Lutto Nazionale per la Sardegna, Lutto Nazionale per l'Italia



Indetta la giornata di lutto nazionale per le 16 vittime del disastro in Sardegna, partite da giorni le gare di solidarietà di giornali e tv: mandate un sms da due euro, fate un bonifico qui, il capo della Protezione Civile se la prende con le sagre estive...
Scusate, io sono brutto, sporco e cattivo e quindi:
1. non manderò un accidente di sms: non si può fare appello alla solidarietà e al buon cuore della gente per rimediare a danni decennali di mancata programmazione territoriale, per ripristinare situazioni di abusivismo e modifiche continue ai piani urbanistici, per riparare danni derivanti da scellerato consumo di suolo. Non lo posso fare, scusate l'insensibilità. I soldi chiedeli a quelli che hanno devastato la terra sarda, in senso fisico e metafisico, a quelli che hanno sigillato una Cultura millenaria sotto colate di cemento, ville, maxi yacht e bikini da zoccoletta. Chiedete i danni agli amministratori locali che per almeno 20 anni se ne sono fregati di progettare uno sviluppo sostenibile e rispettoso del territorio, chiedete i danni ai costruttori di appartamenti in multiproprietà, chiedete i danni a chi ha favorito lo spopolamento delle zone interne e a chi ha reso impossibile continuare a vivere a pastori e contadini. A quelli bisogna chiedere di fare qualche bonifico, se bastasse...  
2. andate, andate! andate capi di stato e di governo, ministri e sottosegretari, andate col vostro elicotterino, il doppio petto grigio come la vostra coscienza e la faccia contrita. Andate a portare la vostra solidarietà, a dimostrare che "lo Stato vi è vicino". Andate, col sollievo che non durerà più di una mezza giornata, ma non dimenticate che il Lutto Nazionale non dovevate indirlo per le 16 vittime sarde, per le oltre 800 persone che non hanno più niente. Il Lutto Nazionale dovete indirlo per l'Italia che avete distrutto con vent'anni di incuria, di abbandono e di affari sulla pelle altrui: oggi è la Sardegna, la terra dei fuochi, il sito archeologico di Pompei ieri era L'aquila, Sarno, la Liguria, domani a chi tocca? Lutto Nazionale per un Paese che vi siete mangiato fino alle radici.

Sempre Viva il Popolo Sardo!   

martedì 19 novembre 2013

In Italia piove male...

















In Italia piove male, questo è il problema. L'Italia è un paese straordinario, talmente straordinario che ha delle emergenze straordinarie: "Ciclone" e "Bomba d'acqua" sono termini entrati nella quotidianità della cronaca del Paese del Sole. Ieri in Sardegna 16 morti a causa di una "bomba d'acqua" e danni per milioni di euro. Tutta colpa del buco dell'ozono!!
Oggi dichiarazione dello stato d'emergenza, Gabrielli vola sull'isola per coordinare gli aiuti, Letta manda la sua solidarietà e promette interventi rapidi. Non vi sembra un dejà vu? Liguria, Campania, Sicilia, ma per altri versi anche L'aquila e l'Emilia, ogni volta c'è la corsa all'emergenza, ogni volta la solidarietà dei vertici politici, ogni volta si piangono le vittime e si contano i danni. Ogni volta, tristemente, di nuovo.
Ma io dico, una vecchia pubblicità di Mentadent recitava già vent'anni fa che "prevenire è meglio che curare", si può continuare a saltare daun'emergenza all'altra ogni volta che appare una nuvoletta fantozziana all'orizzonte? A che servono i comunicati di allerta meteo della Protezione Civile, se il territorio è stato abbandonato e cementificato per anni? ce l'ha un senso la programmazione territoriale o va bene continuare così? Non si farebbe prima e meglio ad istituire in ogni Regione una commissione permanente fatta di soggetti competenti del territorio, fatta di esperti del paesaggio e dell'ambiente, fatta di agricoltori che sono quelli che sul territorio ci vivono e ci lavorano, e che agisca in via consultiva vincolante ogni volta che si vuole cementificare un'ansa di fiume, ogni volta che si decide di sventrare una collina, ogni volta che un piano regolatore si espande in aree non sicure? e non si può, in quest'ottica, affidare agli agricoltori la funzione pubblica di manutenzione ordinaria del territorio? No, non si può e adesso silenzio! perchè è il momento del cordoglio e tutti ci dobbiamo stringere alle vittime del disastro, fino a domani, poi pensiamo ad altro. Il sindaco di Arzachena intanto oltre a contare quattro morti ha contato anche tre milioni di euro di danni. Quanta manutenzione ordinaria si può pagare con tre milioni di euro? Quanta politica del territorio si può fare con tre milioni di euro? Fate voi... Ma adesso silenzio, piangiamo!

sabato 16 novembre 2013

Rimettete i calendari: oggi è il 16 novembre 1993

Oggi è il 16 novembre 1993 ed io ho 14 anni. Piove e fa freddo per uscire con la vespa bianca, allora accendo la tv.
Berlusconi fonda Forza Italia: "la difesa della Libertà del nostro Paese dipende esclusivamente da noi!", i comunisti sanno di non poter arrivare al potere per via democratica e utilizzano la magistratura per cancellare i propri avversari politici, fonderemo un Club in ogni città... la rivoluzione liberale, meno Stato più mercato..
Il PD(S) olia la sua gioiosa macchina da guerra per la primavera prossima, ha la vittoria in pugno.
I centristi sono ricoverati in stato comatoso e non danno segni di vita celebral-politica.
Paolo Mieli sul Corriere della Sera auspica nel suo editoriale "una democrazia che funzioni".
In giro la corruzione è dilagante, chi mette i soldi delle mazzette nei pouf in salotto, chi nelle scatole di medicina, il PM Di Pietro va a Napoli e torchiando Scotti gli fa sputare fuori 15 miliardi di lire.
Da aprile c'è un governo tecnico targato Banca d'Italia per rassicurare l'Europa e far fronte ad una situazione di emergenza.
Ma non è il '93, te ne accorgi subito, perchè è cambiato tutto! so' passati vent'anni mica cotica... e' tutto diverso, tutto:
1. da aprile c'è un governo tecnico-politico con centro-destra-sinistra insieme per rassicurare l'Europa e far fronte alla situazione d'emergenza, il ministro dell'economia è un uomo di BankItalia (così, per tranquillità di tutti);
2. in giro la corruzione è dilagante: chi si mangia i soldi del partito alle macchinette slot, chi si beve i soldi della Cultura a Champagne con gli amici, l'ex onorevole Di Pietro corre dietro ai suoi ex compagni di partito e spera (torchiandoli) di fargli pagare il prezzo del tradimento in migliaia di euro;
3. Paolo Mieli sul Corriere della Sera auspica finalmente "una democrazia che funzioni" grazie alla modifica della Carta Costituzionale;
4. Il PD sa che questa volta ce la può fare, spera nel miracolo dell'Immacolata, olia la gioiosa macchina da guerra in vista delle primarie, sente la vittoria in pugno e la depone nel taschino del suo leader naturale Leonardo Pieraccioni (che se c'è uno che non può mai averti fatto ridere è Pieraccioni);
5. I centristi sono ricoverati in stato comatoso e non danno segni di vita celebral-politica;
6. Berlusconi fonda Forza Italia: una forza di cambiamento per difendere la Libertà dai Comunisti.

Tutto diverso, tutto uguale..
Quello che non è uguale è che un intero Paese ha buttato 20 anni di vita e si prepara a buttarne al vento almeno altri cento. Quello che è diverso è che allora, da qualunque lato la guardavi, destra/sinistra/su/giù/centro c'era una speranza di miglioramento di crescita, di nuova opportunità: un quadro politico quasi completamente nuovo, un'Europa da raggiungere prima con la moneta unica, poi con l'unità politica, l'eroe nazionale Antonio Di Pietro, gran raddrizzatore di torti, da seguire e sostenere. C'era speranza.
Adesso il cavaliere della rivoluzione liberale non ce la fa a tenere un discorso vecchio di vent'anni per più di tre quarti d'ora, fiaccato da lifting che gli hanno sigillato gli occhi e nottate in bianco con ragazzine e Dudù; i nipoti di Berlinguer si affidano al carisma di un pallone gonfiato fiorentino che mangia ostriche con Briatore, con la fiducia che si ripone della Madonna di Lourdes; Di Pietro è un pensionato che chiamano in tv a raccontare dei bei tempi delle Mani Pulite; non c'è nessuna speranza per il futuro, le cose non possono migliorare, tutto il resto è rumore di sottofondo.
Però piove come nel novembre '93, dovrei ricomprare una vespa bianca...




martedì 5 novembre 2013

Ecco una cosa che non si farà mai..
(troppo seria per un Paese ridicolo)



“Ho promosso questo appello perché confido nella forza delle cose semplici. Ecco, proponiamo alla politica di adottare una cosa semplice, che da più di cinquant’anni funziona in Francia”. Così Piero Ignazi presenta all’Espresso l’appello, promosso con Giovanni Sartori, Luciano Bardi e Oreste Massari, e sottoscritto da più di cento scienziati politici italiani , per chiamare le Camere a cambiare in fretta il Porcellum, adottando un sistema elettorale maggioritario fondato sul doppio turno di collegio. Senza premio di maggioranza, “perché quello è un abominio”. Con un forte sbarramento, che si immagina del 15 per cento. E con il ritorno ai collegi “perché è utile ristabilire un rapporto più diretto col territorio”. Qualcosa di diverso dal cosiddetto “doppio turno di coalizione”, che è solo “una specie di Porcellum in cui si vota due volte”.

Ci vuole di certo un qualche ottimismo della volontà, visto che sinora il Parlamento non è riuscito a trovare la forza per fare in concreto granché. Ma Ignazi è fiducioso sulla capacità di ascolto della politica: “Ci sono molti parlamentari intelligenti e competenti, se non si fanno trascinare dal vizio dell’accordo miope, capiranno che questo è il passaggio importante, una scelta definitiva, e che non è una pezza, o un rimedio concepito per far contenti tutti nel brevissimo periodo. Avremmo finalmente quattro cinque partiti al primo turno, e al secondo due schieramenti, o al massimo tre, che si fronteggiano. Un sistema più chiaro e trasparente, sul quale possono trovarsi d’accordo tutti, dal Pdl ai Cinque stelle”.

Non a caso, sottolinea Ignazi, “i competenti, quelli che per professione si occupano di scienza politica, lo indicano come il sistema migliore”. Per ora, infatti, l’appello è stato fatto girare soltanto tra i soci della Società italiana di scienza politica, ed ha avuto “più di cento adesioni in poche ore”. Adesso, “tocca alla politica e alla società civile”.

I promotori dell'appello sottolineano come, in questa fase politica, sia indispensabile e urgente approvare in tempi brevi una nuova legge elettorale.

I due sistemi elettorali che hanno presieduto alla lunga transizione italiana dal 1993 ad oggi – il sistema misto, proporzionale per il 25% e uninominale a turno unico per il 75% (il cosiddetto Mattarellum), e il proporzionale con soglie di sbarramento e premio di maggioranza (il cosiddetto Porcellum) – sono entrambi falliti, non assicurando né governabilità, né contenimento della frammentazione partitica, né un rapporto di vera rappresentanza e responsabilità tra eletti ed elettori. Il Porcellum, in particolare, al di là di un possibile verdetto negativo della Corte Costituzionale, è oggi rifiutato e respinto da gran parte dell’opinione pubblica.

"Si impone quindi l’approvazione in tempi rapidi di un nuovo sistema elettorale - scrivono i firmatari - ma bisogna evitare che venga ancora una volta propinato un mostriciattolo, frutto di interessi settoriali, di vedute corte  e di compromessi al ribasso. Per queste ragioni abbiamo promosso un appello per un sistema elettorale maggioritario fondato sul doppio turno di collegio, e raccolto l’adesione di oltre cento scienziati politici italiani. Ci auguriamo che la classe politica, per una volta, non resti sorda alla voce di questa comunità scientifica".

Appello per un sistema elettorale maggioritario a doppio turno

Riteniamo che sia tempo di adottare finalmente un sistema elettorale chiaro e trasparente nei suoi meccanismi e nelle sue potenzialità: il maggioritario a doppio turno, sul modello del sistema elettorale francese per l’elezione dei deputati dell’Assemblea nazionale.

A nostro avviso questo sistema ha almeno quattro vantaggi:
• riduce la frammentazione partitica;
• favorisce la costruzione di maggioranze alternative;
• legittima l’eletto con una ampia percentuale di votanti, spesso la maggioranza assoluta;
• facilita un rapporto diretto e potenzialmente più “fiduciario” tra cittadini e rappresentanti.

Più in dettaglio, questo sistema:
- non deprime la competizione, perché nessuno parte sconfitto: al primo turno un brillante candidato di un piccolo partito può superare la soglia di sbarramento;
- pur consentendo una competizione equa anche ai partiti minori, non favorisce la frammentazione in quanto la soglia di sbarramento punisce le liste velleitarie: ovviamente la soglia di sbarramento deve essere elevata, almeno il 15% dei votanti;
- facilita le aggregazioni tra i partiti al fine di presentare un candidato comune tanto al primo turno (per superare lo sbarramento) quanto e soprattutto al secondo turno (per vincere);
- porta alla luce del sole e definisce prima del voto tali alleanze, prefigurando in tal modo le future coalizioni governative;
- rinsalda, con il voto a un candidato nel collegio uninominale, il rapporto tra elettori e rappresentanti, superando le liste bloccate, ma senza le degenerazioni insite in un sistema con preferenze;
- legittima gli eletti in quanto nei loro collegi sono eletti con una quota di consensi elevata e, come insegna il caso francese, spesso a maggioranza assoluta.

Queste caratteristiche del sistema maggioritario a doppio turno ci inducono a ritenerlo il più adatto a contenere la frammentazione, a rafforzare i rapporti fiduciari elettori/eletti, a favorire la formazione di coalizioni e a scegliere la coalizione per il governo, consentendo una competizione bipolare e una democrazia dell’alternanza.

Giovanni Sartori
Luciano Bardi
Piero Ignazi
Oreste Massari

sabato 2 novembre 2013

Mikis Theodorakis, alla Grecia e al mondo.

"Esiste un complotto internazionale che ha l’obiettivo di cancellare il mio paese. E’ iniziato nel 1975 opponendosi alla civiltà neo-greca, è continuato con la distorsione sistematica della nostra storia contemporanea e della nostra identità culturale e adesso sta cercando di cancellarci anche materialmente con la mancanza di lavoro, la fame e la miseria.Se il popolo greco non prende la situazione in mano per ostacolarlo, il pericolo della sparizione della Grecia è reale. Io lo colloco entro i prossimi 10 anni. Di noi, resterà solo la memoria della nostra civiltà e delle nostre battaglie per la libertà.
Fino al 2009 il problema economico non era grave. Le grandi ferite della nostra economia erano la spesa esagerata per la difesa del paese e la corruzione di una parte dei politici e dei giornalisti. Per queste due ferite, però, erano corresponsabili anche dei paesi stranieri. Come la Germania, la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti che guadagnavano miliardi di euro da noi con la vendita annuale di materiale bellico. Questa emorragia continua ci metteva in ginocchio e non ci permetteva di crescere mentre offriva grandi ricchezze ai paesi stranieri. Lo stesso succedeva con il problema della corruzione. La società tedesca Siemens manteneva un dipartimento che si occupava della corruzione dei nostri politici, per poter piazzare meglio i suoi prodotti nel mercato greco. Di conseguenza, il popolo greco è stato vittima di questo duetto di ladri, Greci e Tedeschi, che si arricchivano sulle sue spalle.
È evidente che queste due ferite potevano essere evitate se i due partiti al potere (filo americani) non avessero raccolto tra le loro fila elementi corrotti, i quali, per coprire l’emorragia di ricchezze (prodotte dal lavoro del popolo greco) verso le casse di paesi stranieri, hanno sottoscritto prestiti esagerati, con il risultato che il debito pubblico è aumentato fino a 300 miliardi di euro, cioè il 130% del Pil.
Con questo sistema, le forze straniere di cui ho detto sopra, guadagnavano il doppio. Dalla vendita di armi e dei loro prodotti, prima; dai tassi d’interesse dei capitali prestati ai vari governi (e non al popolo), dopo. Perché come abbiamo visto, il popolo è la vittima principale in ambedue i casi. Un esempio solo vi convincerà. I tassi d’interesse di un prestito di 1 miliardo di dollari che contrasse Andreas Papandreou nel 1986 dalla Francia, sono diventati 54 miliardi di euro e sono stati finalmente saldati nel…2010!
Il Sig. Juncker ha dichiarato un anno fa, che aveva notato questa grande emorragia di denaro dalla Grecia a causa di spese enormi (ed obbligatorie) per l’acquisto di vari armamenti dalla Germania e dalla Francia. Aveva capito che i nostri venditori ci portavano direttamente ad una catastrofe sicura ma ha confessato pubblicamente che non ha reagito minimamente, per non colpire gli interessi dei suoi paesi amici!
Nel 2008 c’è stata la grande crisi economica in Europa. Era normale che ne risentisse anche l’economia greca. Il livello di vita, abbastanza alto (eravamo tra i 30 paesi più ricchi del mondo), rimase invariato. C’è stata, però, la crescita del debito pubblico. Ma il debito pubblico non porta obbligatoriamente alla crisi economica. I debiti dei grandi paesi come gli USA e la Germania, si contano in tris miliardi di euro. Il problema era la crescita economica e la produzione. Per questo motivo furono contratti prestiti dalle grandi banche con tasso fino al 5%. In questa esatta posizione ci trovavamo nel 2009, fino a quando in novembre è diventato primo ministro Georges Papandreou. Per farvi capire cosa ne pensa oggi il popolo greco della sua politica catastrofica, bastano questi due numeri: alle elezioni del 2009 il partito socialista ha preso il 44% dei voti. Oggi le proiezioni lo portano al 6%.
Papandreou avrebbe potuto affrontare la crisi economica (che rispecchiava quella europea) con prestiti dalle banche straniere con il tasso abituale, cioè sotto il 5%. Se avesse fatto questo, non ci sarebbe stato alcun problema per il nostro paese. Anzi, sarebbe successo l’incontrario perché eravamo in una fase di crescita economica.
Papandreou, però, aveva iniziato il suo complotto contro il proprio popolo dall’estate del 2009, quando si è incontrato segretamente con il Sig. Strauss Kahn per portare la Grecia sotto l’ombrello del FMI (Fondo Monetario Internazionale). La notizia di questo incontro è stata resa pubblica direttamente dal Presidente del FMI.
Per passare sotto il controllo del FMI, bisognava stravolgere la situazione economica reale del nostro paese e permettere l’innalzamento dei tassi d’interesse sui prestiti. Questa operazione meschina è iniziata con l’aumento “falso” del debito interno, dal 9,2% al 15%. Per questa operazione criminale, il Pm Peponis ha chiesto il rinvio a giudizio per Papandreou e Papakostantinou (Ministro dell’economia). Ha seguito la campagna sistematica in Europa di Papandreou e del Ministro dell’economia che è durata 5 mesi, per convincere gli europei che la Grecia è un Titanic pronto per andare a fondo, che i greci sono corrotti, pigri e di conseguenza incapaci di affrontare i problemi del paese. Dopo ogni loro dichiarazione, i tassi d’interesse salivano, al punto di non poter ottenere alcun prestito e di conseguenza il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea hanno preso la forma dei nostri salvatori, mentre nella realtà era l’inizio della nostra morte.
Nel Maggio del 2010 è stato firmato da un solo Ministro il famoso primo accordo di salvataggio. Il diritto greco, in questi casi, esige, per un accordo così importante, il voto favorevole di almeno tre quinti del parlamento. Quel primo accordo è dunque illegale. La troika che oggi governa in Grecia, agisce in modo completamente illegale. Non solo per il diritto greco ma anche per quello europeo.
Dal quel momento fino ad oggi, se i gradini che portano alla nostra morte sono venti, siamo già scesi più della metà. Immaginate che con questo secondo accordo, per la nostra “salvezza”, offriamo a questi signori la nostra integrità nazionale e i nostri beni pubblici. Cioè Porti, Aeroporti, Autostrade, Elettricità, Acqua, ricchezze minerali ecc. ecc. ecc. i nostri monumenti nazionali come l’Acropolis, Delfi, Olympia, Epidauro ecc. ecc. ecc.; perché con questi accordi abbiamo rinunciato ad eventuali ricorsi.
La produzione si è fermata, la disoccupazione è salita al 20%, hanno chiuso 80.000 negozi, migliaia di piccole fabbriche e centinaia di industrie. In totale hanno chiuso 432.000 imprese. Decine di migliaia di giovani laureati lasciano il paese che ogni giorno si immerge in un buio medioevale. Migliaia di cittadini ex benestanti, cercano nei cassonetti della spazzatura e dormono per strada. Intanto si dice che siamo vivi grazie alla generosità dei nostri “salvatori”, dell’Europa, delle banche e del Fondo Monetario Internazionale. In realtà, ogni pacchetto di decine di miliardi di aiuti destinato alla Grecia torna per intero indietro sotto forma di nuovi incredibili tassi d’interesse.
E siccome c’è bisogno di continuare a far funzionale lo stato, gli ospedali, la troika carica di extra tasse (assolutamente nuove) gli strati più deboli della società e li porta direttamente alla fame. Un’analoga situazione di fame generalizzata l’avemmo all’inizio dell’occupazione nazista nel 1941, con 300.000 morti in 6 mesi. Adesso rivediamo la stessa situazione. Se si pensa che l’occupazione nazista ci è costata 1 milione di morti e la distruzione totale del nostro paese, com’è possibile per noi greci accettare le minacce della sig.ra Merkel e l’intenzione dei tedeschi di installare un nuovo gaulaighter… e questa volta con la cravatta…
E per dimostrare quant’è ricca la Grecia e quanto lavoratori sono i greci, che sono coscienti del Obbligo di Libertà e dell’amore verso la propria patria, c’è l’esempio di come si reagì all’occupazione nazista dal 1941 all’Ottobre del 1944. Quando le SS e la fame uccidevano 1 milione di persone e la Vermacht distruggeva sistematicamente il paese, derubando la produzione agricola e l’oro dalle banche greche, i greci hanno fondato il movimento di solidarietà nazionale che ha sfamato la popolazione ed hanno creato un esercito di 100.000 partigiani che ha costretto i tedeschi ad essere presenti in modo continuo con 200.000 soldati. Contemporaneamente, i greci, grazie al proprio lavoro, sono riusciti non solo a sopravvivere ma a sviluppare, sotto condizioni di occupazione, l’arte neo greca, soprattutto la letteratura e la musica.
La Grecia scelse la via del sacrificio per la libertà e la sopravvivenza. Anche allora ci colpirono senza ragione e noi rispondemmo con la Solidarietà e la Resistenza, e siamo riusciti a vincere. La stessa cosa che dobbiamo fare anche adesso con la certezza che il vincitore finale sarà il popolo greco. Questo messaggio mando alla Sig.ra Merkel ed al Sig. Schäuble, dichiarando che rimango sempre amico del Popolo Tedesco ed ammiratore del suo grande contributo alla Scienza, la Filosofia, l’Arte e soprattutto alla Musica! E forse, la miglior dimostrazione di questo è che tutto il mio lavoro musicale a livello mondiale, l’ho affidato a 2 grandi editori tedeschi “Schott” e “Breitkopf” con cui ho un’ottima collaborazione.
Minacciano di mandarci via dall’Europa. Ma se l’Europa non ci vuole una volta, noi, questa Europa di Merkel e FMI, non la vogliamo dieci volte.
Siamo sopravvissuti nei secoli, in condizioni molto difficili ed è certo che se ci porteranno con la forza, con la violenza, al penultimo gradino prima della nostra morte, i Greci, non solo sopravvivranno ma rinasceranno. In questo momento presto tutte le mie forze all’unione dinamica del popolo greco. Sto cercando di convincerlo che la Troika e l’FMI non sono una strada senso unico. Che esistono anche altre soluzioni. Guardare anche verso la Russia per una collaborazione economica, per lo sfruttamento delle nostre ricchezze minerarie, con condizioni diverse, a favore dei nostri interessi.
Per quanto riguarda l’Europa, propongo di interrompere l’acquisto di armamenti dalla Germania e dalla Francia. E dobbiamo fare tutto il possibile per prendere i nostri soldi, che la Germania ancora non ha saldato dal periodo della guerra. Tale somma ad oggi è quasi 500 miliardi di euro!!!
L’unica forza che può realizzare questi cambiamenti rivoluzionari è il popolo greco, unito in un enorme Fronte di Resistenza e Solidarietà, per mandare via la troika (FMI e Banche) dal paese. Nel frattempo devono essere considerati nulli tutti gli accordi illegali (prestiti, tassi d’interesse, tasse, svendita del paese ecc.). naturalmente, i loro collaboratori greci, che sono già condannati nella coscienza popolare come traditori, devono essere puniti.
Per l’Unione di tutto il Popolo stò dedicando tutte le mie energie e credo che alla fine ce la faremo. Ho fatto la guerra con le armi in mano contro l’occupazione nazista. Ho conosciuto i sotterranei della Gestapo. Sono stato condannato a morte dai Tedeschi e sono vivo per miracolo. Nel 1967 ho fondato il PAM, la prima organizzazione di resistenza contro i colonnelli. Ho agito nell’illegalità contro la dittatura. Sono stato arrestato ed imprigionato nel “mattatoio” della dittatura. Alla fine sono sopravvissuto e sono ancora qui.
Oggi ho 87 anni ed è molto probabile che non riuscirò a vedere la salvezza della mia amata patria. Ma morirò con la mia coscienza tranquilla, perché continuo a fare le mie battaglie per gli ideali della Libertà e del Diritto fino alla fine."

Mikis Theodorakis, Atene 2012 

mercoledì 23 ottobre 2013

  Serve la politica...

"Ragazzi non bastano i cortei, non basta la vostra meravigliosa passione per battere le guerre, l’ingiustizia, il bisogno. 
Serve la politica per vincere . La politica che incida nel potere. Come facciamo per far diventare la vostra speranza “potere politico” ? Questo è il problema che avete davanti. Un corteo bello e ardente non è ancora politico. Quali sono le vostre armi ? Non le vedete ? Ci sono..! Sono in quel libretto che i vostri padri chiamarono Costituzione, dopo aver conquistato il diritto a scriverlo con la Resistenza . 
La forza del pacifismo è la legalità, che è in contrasto con l’illegalità di chi fa la guerra, pratica ingiustizia, affama nel bisogno. L’illegalità rimane nei governi e negli stati. La vostra pacifica passione deve portare i suoi argomenti e la sua forza non solo nelle piazze , ma negli stati e nei luoghi del potere. 
E’ un obiettivo ambiziosissimo che dovete darvi : costruire un potere di pace . Nessuno c’è finora riuscito: il potere è sempre armato, è sempre stato in guerra. Noi abbiamo perso, nel volerlo costruire, imparate da noi, dalle nostre sconfitte. Voi potete farcela. 
Auguri per il vostro lungo viaggio" . 

Pietro Ingrao, un ragazzo del 1915

lunedì 21 ottobre 2013

domenica 13 ottobre 2013

Aforisma del Clown



Avere Grillo dopo vent'anni di Berlusconi è come prendersi una diarrea dopo aver fatto la chemio per guarire da un tumore: ci si può morire.

venerdì 11 ottobre 2013

Chi guida e chi è guidato

A Servizio Pubblico, Santoro dà un consiglio a Landini: guarda che Grillo quando dice certe cose, le dice perchè c'è nel paese un sentire il problema immigrazione in un certo modo. E Grillo sa che dicendo certe cose intercetta un certo consenso.
Pensavo che Grillo fosse un idiota (politicamente parlando), ma mi sbagliavo: è un mascalzone.
Sull'abrogazione del reato di immigrazione clandestina, passata con il sostegno di alcuni parlamentari 5 stalle il Grilletto Nervoso ha twittato: se avessimo detto questa cosa in campagna elettorale avremmo raccolto percentuali da prefisso telefonico. 
Adesso, per farla breve si potrebbe dire: siccome uno vale uno e tu sei uno, i tuoi senatori votano uno per uno come vogliono. 
Per farla lunga invece dico quello che capisco: 
1. il movimento 5 Stalle, evidentemente, replica lo schema di forzaitaliota del fare i sondaggi per prendere di conseguenza le decisioni;
2. nel movimento 5 Stalle, evidentemente, uno non vale uno perchè si fa quello che dice Beppe, dunque Beppe vale tutto;
3. il movimento 5 stalle, evidentemente, può prendere decisioni solo sul programma sottoscritto (che non esiste) per tutto il resto c'è la voce del padrone. E' fregna la democrazia diretta! 
4. mi fa ampiamente schifo e ribrezzo vedere un mascalzone, che pontifica della sua superiore biodiversità rispetto ad ogni altro italiano che fa politica, fare calcoli elettoralistici su una tragedia immane come quella di Lampedusa. Complimenti!
Al fine di contenere i conati di vomito esco dal caso specifico e rifletto sul consiglio di Santoro e mi chiedo chi guida e chi sia guidato: c'era una volta il leader che esercitava la sua leadership prendendo decisioni sulla base di principi, valori, ideologia (ma che brutta parola) e comunicava le decisioni ed i principi che le ispiravano alla sua base elettorale. Tutto il resto è canna del gas, è cavalcare gli umori di pancia istantanei per guadagnare uno zero virgola in più. Tutto il resto è stata la politica italiana degli ultimi vent'anni, con i risultati che abbiamo sotto gli occhi.  
Se il leader va dietro alle chiacchiere che sente la mattina al bar mentre prende il caffè, che leader è?  e se il parlamentare non ha alcuna autonomia decisionale allora che ci va a fare in parlamento? Allora riduciamo i parlamentari a 8 : Berlusconi (perchè c'ha le televisioni), Grillo (perchè è lui che c'ha i voti), gli altri sei sono del PD (perchè non si capisce chi comanda) e risparmiamo un pò di stipendi. 
Viveteci voi nella democrazia del web dove il leader decide chi sta dentro e chi sta fuori e gli altri attendono l'ordine per respirare. Io voglio vivere in una Repubblica dove i partiti sono partiti, dove la gente si iscrive e determina chi è il suo leader sulla base delle idee.
Scusate la pretesa.
  

martedì 8 ottobre 2013

L'angolo del populista 
(post generati da una digestione difficoltosa)

Sostiene Sua Maestà Re Giorgio che si vergogna quando va in Europa dei continui richiami rispetto alle condizioni dei carcerati in Italia. E' perciò che con viva e vibrante soddisfazione che sollecita il Parlamento ad occuparsi del problema suggerendo indulto o amnistia.  
Ora io dico: Giorgetto caro, quando vai in Europa dovresti vergognarti di altre cosette più che delle condizioni delle carceri italiche, tipo la trattativa stato-mafia e la viva e vibrante distruzione delle intercettazioni tra la tua Maestà e Nicola Mancino (giusto per dirne una); poi ricorderei che già nel 2006 il Parlamento ha concesso indulto per tentare di risolvere lo stesso problema con risultati ridicoli, te lo ricordi Giorgetto o l'alzheimer ha fatto il suo lavoro? le condizioni di vita nelle carceri non si migliorano facendo uscire al più presto un pò di gente, non ti pare? ma magari diminuendo la densità di carcerati, aumentando il numero delle guardie, prevedendo per i reati minori, e non recidivi, misure di graduale reinserimento sociale (ma per davvero, non per finta) e costruendo un po' di penitenziari moderni dove la gente che ci lavora e chi sopporta la pena non si suicida. Magari eh, però può essere che hai ragione tu.
Naturalmente il cittadino 5 Stalle, furbo come una faina, sostiene che l'uscita di Re Giorgio sia dovuta al tentativo di salvare B. Ah cittadì, dormi tranquillo, indulto o amnistia non si applicano a reati contro la Pubblica Amministrazione. Come al solito hai capito tutto!  

domenica 6 ottobre 2013

Quattro cani per strada...

Dice una vecchia canzone di De Gregori:
" Quattro cani per strada.
Il primo è un cane di guerra
e nella bocca ossi non ha e nemmeno violenza.
Vive addosso ai muri e non parla mai,
vive addosso ai muri e non parla mai.
Il secondo è un bastardo che conosce la fame e la tranquillità
ed il piede dell'uomo e la strada.
Ogni volta che muore gli rinasce la coda.
E il terzo è una cagna, quasi sempre si nega,
qualche volta si dà e semina i figli nel mondo.

Perchè è del mondo che sono figli, i figli.
[...]
Il quarto ha un padrone,
non sa dove andare, comunque ci va,
va dietro ai fratelli e si fida.
Ogni tanto si ferma a annusare la vita, la vita."


Nel fine settimana di crisi aperta e chiusa da B. con triplo salto carpiato e lieto fine in stile fratelli Grimm, a pensarci, si sono visti i quattro cani all'opera per disegnare il finale da opera buffa che è ormai la quotidinianità politica di questo Paese. Così, ridendo e scherzando, mentre vi divertite ad individuare i quattro cani, fermatevi un attimo a riflettere su due dettagli: il miserevole stato psichiatrico del PD, dei suoi dirigenti, dei suoi opinion leader così disabituati a gioire per una vittoria o un risultato concreto ottenuto che festeggiano anche quando non hanno niente da festeggiare; la straordinaria occasione, perduta al fotofinish, di cambiare radicalmente il quadro politico italiano. 
Se il coraggio di Alfano e Formigoni fosse durato più di cinque minuti, avrebbero spaccato il PDL e formato gruppi autonomi in Camera e Senato. Così avrebbero avuto il tempo, da qui al 2015, di creare in Italia una destra moderna ed europea prosciugando il bacino conservator-populista del Cavaliere Dimezzato, con enormi benefici per l'immagine del Paese nel mondo e per l'intero sistema politico. Invece no, la fellonia dei nani con l'ombra da giganti, il colpo di coda last minute di Dudù-silvietto e l'ingordigia del servo che intende prendersi tutta la proprietà del padrone ci riportano al punto di partenza. Coitus interruptus.
Alfano adesso vuole tutto il PDL, Berlusconi glielo darà (o gli darà l'impressione di darglielo) nel frattempo ha un anno di tempo per continuare a condizionare il governo (che avete da esultare a sinistra?), per epurare o ricomprare i ribelli e restare lui il capo-bastone della tribù. L'occasione è persa e la si racconterà come una manovra di palazzo, più o meno riuscita. Direi meno. Ma era una giornata importante per isolare definitivamente Berlusconi e far uscire i suoi problemi giudiziari una volta per tutte dall'agenda del Paese. Era importante per tutti e soprattutto per il campo di sinistra, dove l'ottimo Enrichetto dimostra capacità tattiche di rilievo, ma oltre queste non vedo motivi di gioia: il PDL continuerà ad essere un osso duro da rosicchiare con i soldi del capo, le tv del capo, e i barbari leghisti al soldo del capo.    
Nel frattempo..
Renzi mugugna: se Letta allunga il brodo del governo il suo profilo da berluschino toscano, costruito andando ad Amici vestito da Fonzie, potrebbe non essere più attuale ed utile per vincere le primarie per la premiership.
Biancofiore vittima del sistema: seguendo il bastone del padrone ha rassegnato le dimissioni da sottosegretario, sembra che Letta non le abbia respinte! ahah!!! un vecchio detto democristiano diceva "non dare mai le dimissioni, qualcuno potrebbe accettarle!" Adesso la falchetta pentita non ha idea di che pesci pigliare: pesce d'aprile!  
Il Movimento 5 Stalle continua a fare un'opposizione pugnace ed efficace: dopo l'interrogazione parlamentare sulle scie Kimike e il disegno di legge sulla coltivazione della canapa (che cambierà per sempre le nostre vite, è chiaro!) Grillo minaccia il Paese "se non ci date il 51% alle prossime elezioni me ne vado!". Che elevatissimo spirito democratico! No a Bè, ti prego rimani, facciamoci un altro bicchiere insieme e poi andiamo via. Organizzare un V-day per mandarlo a fanculo in coro no?   

Mah, beviamoci su..


venerdì 20 settembre 2013

Doppio Click

Gemelli diversi: non ci sono più i Timonieri di una volta..




giovedì 19 settembre 2013

PD, ULTIMA CHANCE
 
  Alberto Asor Rosa _ Il Manifesto 18.09.2013

Il Pd sta messo davvero male. Se sono attendibili le stime fornite da Ilvo Diamanti su la Repubblica del 16 settembre (ma in genere lo sono), il Pd arranca in cima alla classifica di un voto eventuale, ma tallonato da presso dal Pdl in sorprendente rimonta. Uno può fare a questo punto tutti i commenti che vuole sulla desolante iniquità dell'elettorato italiano, ma forse sarebbe meglio pensare ai casi propri: se uno cresce e l'altro no, in genere la colpa può essere divisa a metà, e in questo caso certamente lo è.
Quando l'esperimento post-elettorale di Bersani fu mandato, prima del tempo limite, a carte quarantotto, scrissi su questo giornale che per ottenere quel risultato, e passare d'autorità al governo delle larghe intese, bisognava sacrificare sull'altare della politica di unità nazionale anzitutto e soprattutto il Pd. Mi dispiace dirlo, avrei preferito non averci azzeccato, ma invece è andata puntualmente così.
Pare che il Pd abbia diminuito della metà i suoi iscritti: motivi dichiarati dai sondaggisti, il governo delle larghe intese (ma su questo tornerò) e i tentennamenti, le paure, le incertezze in merito alla decenza del cittadino Berlusconi.
Se le cose stanno così, - e mi pare ragionevolmente che stiano così, - la settimana che si è aperta risulta decisiva. Il Pd ha di fronte a sè l'ultima chance: non ce ne saranno altre fino alle prossime elezioni, destinate a essere anche più catastrofiche del previsto se non verrà giocata come si deve.
L'ultima chance si compone di due segmenti, strettamente collegati fra loro. Il primo riguarda il voto nella Commissione del Senato sulla decadenza del cittadino Berlusconi. Difficile sottovalutare l'importanza grandiosa che il comportamento dei componenti Pd in Commissione è destinato ad assumere nell'impostare con estrema chiarezza il processo che dovrà concludersi in aula. Se saranno fermi a votare la decadenza, sarà messo un tassello importante nella faticosa riconquista di una "buona politica" in questo sventurato paese. Altrimenti dovremo rassegnarci ad andare a rotoli.
Il secondo segmento riguarda l'Assemblea nazionale del partito, che si terrà il 20 settembre, per impostare il futuro congresso e, più o meno esplicitamente, per delineare il percorso del partito fino alle prossime elezioni.
Sia consentito a uno come me che non ha bisogno di essere rottamato da chicchessia perché è da tempo un rottamato biologico che ogni anno che passa lo diventa sempre di più (meno comunque, spero, di quanto qualcuno si augurerebbe) dire che l'idea che a qualcuno venga in mente di candidare Matteo Renzi alla segreteria del partito o addirittura alla premiership ha un sapore comico e paradossale, di cui, guardandoci tutti un momento allo specchio, si dovrebbe tenere conto.
Battute, gesti, ammoina e colore locale... neanche un'idea, un progetto, un'apertura culturale di qualche minimo peso, ma soltanto il sospetto, non dichiarato ma tangibile, di una sostanziale vocazione di destra. Insomma, la riproduzione in sede Pd del fenomeno Grillo fuori del Pd: per affermare e trionfare, ci si appoggia sull'estrema estenuazione di un elettorato che, di delusione in delusione, di sconfitta in sconfitta, si è anch'esso depoliticizzato, deculturalizzato, depotenziato.
La domanda che mi si potrebbe porre è appunto questa, se si dovesse tener conto anche in questo caso delle sullodate stime diamantine: cosa c'è da lamentarsi se Renzi svetta in cima alle classifiche dei potenziali premier democratici? Egli interpreta oggi lo spirito del mondo.
Alla domanda rispondo con un'altra domanda: possibile che al degrado, se non universale, certo oggi molto diffuso, si debba rispondere in questo modo? Possibile che non esista un modo serio, collettivo, ragionato, sociale, di rifare anzitutto il partito, che, consegnato nelle mani di questo improvvisato leader, sarebbe destinato, e consapevolmente portato, allo sfacelo totale?
Auspico che a questa perniciosa prospettiva uomini e donne che vengono da organizzazioni e da esperienze di movimento in cui si sa di cosa parlo, pongano un argine.
Se è necessario prolungare i tempi per ottenere questo risultato, si tenga in piedi il governo Letta con la maggioranza parlamentare che si potrà raccogliere una volta conseguita la decadenza di Berlusconi. Se ne approfitti per fare una legge elettorale nuova, rispettosa dei diritti di cittadinanza. E nel frattempo si torni a tessere la tela di un centro-sinistra sempre più allargato, - allargato a Sel ma anche ai movimenti sempre più presenti nel nostro paese, cresciuti negli interstizi di una politica spesso rinunciataria e deficitaria. Si tratta di ricostruire un partito, non d'imboccare l'ennesima avventura personalistica e autoritaria.

domenica 8 settembre 2013

* Fabrizio Barca: Il Pd ha davvero bisogno di leader carismatici?


In questo ultimo quarto di secolo aperto dalla caduta del muro di Berlino e segnato da Tangentopoli, quante volte abbiamo sentito parlare di cambiamento, rinnovamento, nuova visione, ricambio delle classi dirigenti? Quante volte abbiamo sentito dire che ci voleva un leader unico con forti poteri ("il sindaco d'Italia" lo chiamava Mario Segni) circondato da tecnici capaci di soluzioni straordinarie e risolutive? E assieme una rappresentanza diretta della società civile che dialogasse direttamente con quel leader, superando particolarismi, correnti e oligarchie?
In nome di questa narrativa abbiamo avuto due riforme elettorali mirate a dare più potere e stabilità al governo. Abbiamo avuto ben tre "partiti" della società civile affidati a un "proprietario", a un mattatore e a un tecnico. I partiti di centrosinistra che popolano oggi il Partito democratico hanno avuto 14 leader. Di governi ne abbiamo visti 14 (10 premier) a esito di grandi campagne elettorali ed entusiasmi delle folle.
I risultati di questo quarto di secolo sulla nostra qualità della vita, nonostante l'energia e l'impegno di tanti grumi della società, sono pari a zero. Produttività ferma, uscita di Lombardia e Emilia Romagna dal pacchetto di testa delle regioni d'Europa per competitivitá, Sud bloccato, esclusione sociale e ineguaglianza in aumento, depressione culturale. E' mai possibile predicare oggi le stesse cose che hanno dato questi esiti?
Non sorge il dubbio che stiamo sbagliando e che bisogna cambiare rotta? Che, certo, ci vogliono leader carismatici, ma dietro devono avere una squadra e una strategia frutto di fatica e dibattito? Che ciò che manca per governare l'Italia non è il potere ma la partecipazione e il presidio moderno dell'attuazione? Che la squadra, la strategia e la partecipazione hanno bisogno di un partito-palestra, innovativo, strumento della società?
Molti, come me, legano il loro voto al Congresso a posizioni chiare dei candidati a segretario su questi e altri contenuti. É da queste posizioni che può venire quel confronto acceso sul merito che é condizione di vero cambiamento.

* Riporto perchè condivido integralmente, ma applicherei la riflesione non al solo PD.

venerdì 30 agosto 2013

mercoledì 28 agosto 2013

Lettura della settimana

Si consiglia la lettura a tutti quelli che, come il sottoscritto, ritengono che chiamare "partiti" le attuali consorterie d'interessi sia fuorviante e truffaldino.       I partiti possono anche finire, ma prima ci dovrebbero essere..

martedì 27 agosto 2013

La visione di Silvio. 

di Corradino Mineo, dal suo blog del 26 agosto

 

“Epifani a Berlusconi: basta ricatti”. 
Repubblica intervista il segretario del Pd che apprezza “il lavoro prezioso che Letta sta facendo” e sostiene che “una crisi adesso sarebbe un danno per l’Italia”, ma promette che il Pd non baratterà la durata del governo con una soluzione “politica” per Berlusconi. “Una crisi adesso sarebbe una follia”, il Corriere della Sera cita Letta, poi si concede una disamina sui contrasti nello zoo di Arcore. “Sotto accusa i falchi”,nel titolo di testa,  ma anche “tra merli e cornacchie Silvio ascolterà i figli”, intervista a Carlo Rossella. Nonché un omaggio alla impavida “pitonessa” che pare voglia strozzare fra le sue spire il “camaleonte” Alfano. Non è così, nello zoo regna la pace, dice Il Giornale. Piuttosto è “sfida finale” contro il serraglio democratico.  “Il PDL compatto con il Cavaliere, a Napolitano e Letta il compito di trovare una soluzione”.
“La Crisi ora, una follia”, più che il Corriere è la Stampa a far propria la frase del Premier. “Di tutto avremmo bisogno - scrive Mario Calabresi - tranne che di gelare i fili d’erba della ripresa, di affogare nel caos e nelle paure i primi segnali positivi che la nostra economia mostra da anni”. L’economista Paganetto spiega come la “legge di stabilità possa liberare risorse”, dunque un’occasione da non sprecare. Capisco Letta. Veramente. Contava di poter mostrare qualche risultato tangibile della sua azione di governo a conclusione del semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea e rischia, ora, di non poter neanche varare la sua prima “finanziaria”.  Ma davvero era imprevedibile quel che succede? Davvero Napolitano credeva, Letta credeva, il Pd credeva che Berlusconi avrebbe sostenuto il governo anche a condizione di dover perdere lo status di Senatore e di rassegnarsi a 9 mesi di arresti domiciliari?

Ieri ho lanciato, via twitter, un ballon d’essai. Caro Letta - ho scritto - “follia” è stato credere che si sarebbe potuto governare a lungo con Berlusconi. Reazione di tre tipi. Condivisione critica, con la richiesta di togliere la frase “a lungo”: con Berlusconi non si può né si deve governare nemmeno un solo giorno. Fastidio e irrisione: “e allora, che si sarebbe dovuto fare?”. Infine, tentativo di colpevolizzarmi:  “zitto, che hai votato la fiducia”. Ripeto, ancora una volta, che dopo la mezza sconfitta elettorale del Pd, il rifiuto del dialogo e l’umiliazione che M5S ha voluto infliggere a Bersani, dopo aver fatto cadere la candidatura Rodotà, aver bruciato Marini, impallinato nel segreto dell’urna Prodi ed essersi prostrati in ginocchio davanti a Napolitano perché accettasse un secondo mandato, dopo questo calvario politico ed istituzionale, non era politicamente possibile né sensato negare la fiducia al governo Letta. Solo che un governo “di necessità” - queste cose le ho dette in Senato - avrebbe dovuto semplicemente fronteggiare  l’emergenza economica (cassaintegrati, esodati, un po’ di soldi per la scuola, pagare i debiti alle imprese), chiedere e ottenere la modifica della legge elettorale e far intuire, almeno, le linee di una possibile, nuova e meno remissiva, politica europea dell’Italia. Poi, quando sarebbe scoppiata - e si sapeva che sarebbe scoppiata - la bomba Silvio, il Pd avrebbe dovuto rapidamente separare le proprie responsabilità dal PDL, lasciando che si impiccasse in difesa di B.
Invece Letta, Napolitano, il Corriere della Sera, Epifani, hanno finto di credere che l’Italia avesse trovato un governo stabile. Che Berlusconi potesse accettare gli arresti domiciliari pur di rimanere nei panni dello “statista”, dell’artefice della “pacificazione”, del padrino di una “svolta epocale” con modifica, in senso decisionista e presidenziale, della nostra Costituzione. Questa, sì, è follia. Capisco persino il Cavaliere quando si sente preso in giro. E ripete “ma davvero credevano che avrei potuto accettare il tramonto ai domiciliari e fuori dal Parlamento, che oggi mi prescrive Galli della Loggia?”
Berlusconi è un bugiardo, ma ha la costanza del grande mentitore. E finisce col credere alle proprie bugie. È davvero convinto che avrebbe realizzato una rivoluzione liberale se non fosse stato per Bossi, Casini e Fini. Davvero pensa che Costituzione e Consulta, ponendo vincoli all’esecutivo, gli abbiano impedito di governare. Che chi esercita controllo di legalità (Procure, Corti, CSM) dovrebbe farlo in modo discrezionale, cioè non disturbando il manovratore del paese, l’unto del Signore in quanto eletto dal Popolo. Pensa davvero, Berlusconi, di essersi dimesso nel 2011 per “generosità” e non perché cacciato dal disgusto dell’opinione pubblica e dei suoi partner europei , Merkel e Sarkozy. E ora pensa davvero che il sostegno al governo, in cambio di una sua santificazione come padre nobile (e libero) di una nuova Italia”, sia un giusto baratto nell’interesse suo come del Paese. 
Sono Napolitano e Letta - pensa Silvio - che non hanno rispettato i patti. E allora? Speravano forse gli architetti delle larghe intese che “le colombe” avrebbero spinto Berlusconi un po’ più in là? Conosco bene queste colombe, per averle intervistate più volte a Rainews24. So che, in cuor loro, desiderano la morte del padre. Anche come forma di affetto, per non vederlo rotolare nella polvere. Ma escludono di poterlo ucciderlo con le loro mani. Dunque, caro Letta, “follia” è credere che questa pantomima potesse durare a lungo. 
Ed è una follia che può causare grande danno al Pd. Scrive oggi Diamanti: “Berlusconi è già in campagna elettorale”. Ricattando e atteggiandosi a vittima egli pone al centro dell’attenzione “il tema della giustizia. O meglio dell’ingiustizia nei suoi riguardi. In secondo luogo “cerca di imporre il proprio caso personale come caso esemplare....Una crisi di governo prodotta, in modo implicito o esplicito, dalle attuali vicende giudiziarie lo rilancerebbe come protagonista della vita politica e sociale”. Infine, non può e non vuole “accettare la decadenza” perché “significherebbe riconoscere il declino e aprirebbe ufficialmente la guerra di successione”. Dunque, conclude Diamanti: “Lui, Berlusconi, da solo. Contro tutti. La sinistra, Letta. Ma soprattutto Napolitano...La posta in palio è alta....Dopo aver scritto la biografia della Seconda Repubblica, Berlusconi vorrebbe lasciare il segno anche sulla Terza.”