martedì 5 novembre 2013

Ecco una cosa che non si farà mai..
(troppo seria per un Paese ridicolo)



“Ho promosso questo appello perché confido nella forza delle cose semplici. Ecco, proponiamo alla politica di adottare una cosa semplice, che da più di cinquant’anni funziona in Francia”. Così Piero Ignazi presenta all’Espresso l’appello, promosso con Giovanni Sartori, Luciano Bardi e Oreste Massari, e sottoscritto da più di cento scienziati politici italiani , per chiamare le Camere a cambiare in fretta il Porcellum, adottando un sistema elettorale maggioritario fondato sul doppio turno di collegio. Senza premio di maggioranza, “perché quello è un abominio”. Con un forte sbarramento, che si immagina del 15 per cento. E con il ritorno ai collegi “perché è utile ristabilire un rapporto più diretto col territorio”. Qualcosa di diverso dal cosiddetto “doppio turno di coalizione”, che è solo “una specie di Porcellum in cui si vota due volte”.

Ci vuole di certo un qualche ottimismo della volontà, visto che sinora il Parlamento non è riuscito a trovare la forza per fare in concreto granché. Ma Ignazi è fiducioso sulla capacità di ascolto della politica: “Ci sono molti parlamentari intelligenti e competenti, se non si fanno trascinare dal vizio dell’accordo miope, capiranno che questo è il passaggio importante, una scelta definitiva, e che non è una pezza, o un rimedio concepito per far contenti tutti nel brevissimo periodo. Avremmo finalmente quattro cinque partiti al primo turno, e al secondo due schieramenti, o al massimo tre, che si fronteggiano. Un sistema più chiaro e trasparente, sul quale possono trovarsi d’accordo tutti, dal Pdl ai Cinque stelle”.

Non a caso, sottolinea Ignazi, “i competenti, quelli che per professione si occupano di scienza politica, lo indicano come il sistema migliore”. Per ora, infatti, l’appello è stato fatto girare soltanto tra i soci della Società italiana di scienza politica, ed ha avuto “più di cento adesioni in poche ore”. Adesso, “tocca alla politica e alla società civile”.

I promotori dell'appello sottolineano come, in questa fase politica, sia indispensabile e urgente approvare in tempi brevi una nuova legge elettorale.

I due sistemi elettorali che hanno presieduto alla lunga transizione italiana dal 1993 ad oggi – il sistema misto, proporzionale per il 25% e uninominale a turno unico per il 75% (il cosiddetto Mattarellum), e il proporzionale con soglie di sbarramento e premio di maggioranza (il cosiddetto Porcellum) – sono entrambi falliti, non assicurando né governabilità, né contenimento della frammentazione partitica, né un rapporto di vera rappresentanza e responsabilità tra eletti ed elettori. Il Porcellum, in particolare, al di là di un possibile verdetto negativo della Corte Costituzionale, è oggi rifiutato e respinto da gran parte dell’opinione pubblica.

"Si impone quindi l’approvazione in tempi rapidi di un nuovo sistema elettorale - scrivono i firmatari - ma bisogna evitare che venga ancora una volta propinato un mostriciattolo, frutto di interessi settoriali, di vedute corte  e di compromessi al ribasso. Per queste ragioni abbiamo promosso un appello per un sistema elettorale maggioritario fondato sul doppio turno di collegio, e raccolto l’adesione di oltre cento scienziati politici italiani. Ci auguriamo che la classe politica, per una volta, non resti sorda alla voce di questa comunità scientifica".

Appello per un sistema elettorale maggioritario a doppio turno

Riteniamo che sia tempo di adottare finalmente un sistema elettorale chiaro e trasparente nei suoi meccanismi e nelle sue potenzialità: il maggioritario a doppio turno, sul modello del sistema elettorale francese per l’elezione dei deputati dell’Assemblea nazionale.

A nostro avviso questo sistema ha almeno quattro vantaggi:
• riduce la frammentazione partitica;
• favorisce la costruzione di maggioranze alternative;
• legittima l’eletto con una ampia percentuale di votanti, spesso la maggioranza assoluta;
• facilita un rapporto diretto e potenzialmente più “fiduciario” tra cittadini e rappresentanti.

Più in dettaglio, questo sistema:
- non deprime la competizione, perché nessuno parte sconfitto: al primo turno un brillante candidato di un piccolo partito può superare la soglia di sbarramento;
- pur consentendo una competizione equa anche ai partiti minori, non favorisce la frammentazione in quanto la soglia di sbarramento punisce le liste velleitarie: ovviamente la soglia di sbarramento deve essere elevata, almeno il 15% dei votanti;
- facilita le aggregazioni tra i partiti al fine di presentare un candidato comune tanto al primo turno (per superare lo sbarramento) quanto e soprattutto al secondo turno (per vincere);
- porta alla luce del sole e definisce prima del voto tali alleanze, prefigurando in tal modo le future coalizioni governative;
- rinsalda, con il voto a un candidato nel collegio uninominale, il rapporto tra elettori e rappresentanti, superando le liste bloccate, ma senza le degenerazioni insite in un sistema con preferenze;
- legittima gli eletti in quanto nei loro collegi sono eletti con una quota di consensi elevata e, come insegna il caso francese, spesso a maggioranza assoluta.

Queste caratteristiche del sistema maggioritario a doppio turno ci inducono a ritenerlo il più adatto a contenere la frammentazione, a rafforzare i rapporti fiduciari elettori/eletti, a favorire la formazione di coalizioni e a scegliere la coalizione per il governo, consentendo una competizione bipolare e una democrazia dell’alternanza.

Giovanni Sartori
Luciano Bardi
Piero Ignazi
Oreste Massari

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