martedì 26 novembre 2013

La volontà puritana di sofferenza degli austerici non ha limite

da "The conscience of a Liberal" di Paul Krugman 


Da un’intervista a Jens Weidmann  a Die Zeit, in cui il presidente della Bundesbank ha affermato che “stampare soldi sicuramente non è il modo per risolvere la crisi", Paul Krugman torna sulla volontà puritana di sofferenza degli austerici.
Considerando i problemi dell'euro in termini di macroeconomia, prosegue i lpremio Nobel per l'economia, l'area  è al suo massimo storico di disoccupazione e al minimo storico di inflazione. Per definizione, la politica monetaria è troppo restrittiva. Chiaramente vi è un problema di efficacia, poiché la BCE è vicino al limite dello zero dei tassi, ma non si può certo sostenere che stampare denaro non è almeno una parziale soluzione alla crisi. 
Poi vi è il problema del riequilibrio interno. I grandi flussi di capitali dal nord al sud Europa hanno spinto troppo in alto i prezzi in Spagna, Italia e in paesi simili, e ora questi hanno bisogno di una "svalutazione interna". Ma la rigidità del salario nominale verso il basso è un fatto ed è molto più facile riallineare i salari spagnoli rispetto ai tedeschi attraverso l'aumento di questi che attraverso la diminuzione dei primi. La svalutazione interna della Germania tra il 2001 e il 2007 è stata ottenuta attraverso l'inflazione nei paesi mediterranei, non con la deflazione del paese. Su quali basi, domanda Krugman, si potrebbe sostenere che un tasso di inflazione un po’ più altodell'attuale 0,8% non servirebbe a nulla per aiutare a risolvere la crisi?

Weidmann ha deciso di non considerare le analisi economiche in favore di fantasie, che non sono tanto illusioni sull'esistenza di soluzioni facili, ma sulla loro assenza anche quando la teoria spiega molto chiaramente che tali soluzioni esistono. Questo è quello che si definisce, conclude Krugman, sadomonetarismo.

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