domenica 29 dicembre 2013

Lettera da Praga, non troppo informata ma divertita.        di Corradino Mineo

 Confermo parola per parola e sottoscrivo...

 

 

"Ho sospeso il caffè e seguo solo da lontano le notizie italiane. Leggo i giornali con ritardo, non mi preoccupo di restare connesso in rete. Devo confessare che trovo divertente questo distacco che mi sono imposto. Perché vedo le menzogne lievitare e poi afflosciarsi a distanza di pochi giorni. Quando ho lasciato, nemmeno una settimana fa, si stava dispiegando il tentativo di attribuire al Senato, cioè alla camera che sarà soppressa, alle lobby, per definizione senza nome, a singoli deputati, senza qualità, lo scempio dei provvedimenti natalizi su cui il Governo aveva posto la fiducia, salva Roma e stabilità.
A un certo punto il Governo ha creduto di averla fatta franca e il Quirinale ha intimato di non snaturare i decreti legge firmati dallo stesso Presidente della Repubblica. Tuttavia i fatti sono testardi e sta venendo fuori la verità. Da 7 mesi, non da 7 settimane, il governo governa espropriando il Parlamento di ogni sua funzione, bombardandolo di decreti non omogenei (come le misure contro i No TAV infilate nel provvedimento sulla violenza di genere), suggerendo a Presidenti di Commissione e Capi Gruppo di maggioranza emendamenti correttivi o aggiuntivi, in nome della governabilità.
Era l’altra faccia delle larghe intese. Napolitano, Letta e l’ex “pacificatore” Berlusconi promettevano per il 2015 la grande riforma della Costituzione, come panacea di ogni male. Intanto i ministri (tutti o quasi) si esercitavano in una politica di regalie (che più volte ho definito “dorotea”) con lo scopo di tener buona la platea più ampia possibile di clienti o di soggetti a qualche titolo bisognosi di un intervento pubblico. La responsabilità del Pd è di aver selezionato, nel periodo peggiore della sua non politica, tra aprile e maggio, un gruppo di Presidenti di Commissione, Capi gruppo e Relatori che avevano per compito quello di compiacere il Governo, di non disturbare le intese, di reprimere ogni dibattito che rischiasse di apparire - e fu coniato un neologismo - “divisivo”.
Tra il 27 novembre (voto della decadenza di Berlusconi) e l’8 dicembre (primarie del Pd), quel modo di fare e quella politica sono stati definitivamente seppelliti. Anche se in molti non lo avevano capito. La maggioranza, infatti, si basava ormai su di un vantaggio risicatissimo in Senato. Mentre i suoi appetiti erano persino cresciuti, poiché il Nuovo Centro Destra doveva portare a casa qualcosa alla faccia di Forza Italia, il centro di Monti si era diviso in due, e il Pd di governo cercava di non perdere peso dopo le primarie.
Amen. A me sembra evidente che il Governo Letta Alfano non possa durare neanche un mese senza darsi una precisa tabella di marcia, con obiettivi scadenzati nel tempo, verificabili e condivisi. Così come mi sembra inevitabile che i gruppi parlamentari del Pd, debbano procedere a un chiarimento, prendendo atto della rivoluzione che si è compiuta con le primarie, discutendo, decidendo e, se necessario, dividendosi.
Il prossimo decreto omnibus che il Governo presenterà in Senato sarà dichiarato incostituzionale con sommo gaudio del presidente Grasso e della Presidente della Prima Commissione Anna Finocchiaro. Bene. Tocci e il sottoscritto saranno autorizzati a respingere al mittente la richiesta di concedere al governo una delega in bianco per l’università.
Eppure il tentativo di cambiare le carte in tavola c’è stato. E si è servito della nuova ideologia, demagogica e populista, quella che attribuisce alla “politica” tutte le colpe. In linea con l’affabulazione del Grillo e con il tentativo di assolvere il resto della “razza padrona”: finanzieri, banchieri, imprenditori che vivono di commesse e sostegno pubblici, giornalisti strapagati, professori e tecnici supponenti e incompetenti.
Su questo bisogna tornare: la bancarotta italiana consiste purtroppo nel fallimento dell’intera classe dirigente. Il rinnovamento dovrà essere radicale. E la logica secondo cui pubblico fa schifo e privato è buono, almeno sottoposta a verifica. Qui vorrei, però, spendere ancora poche parole sulla sorpresa con cui Potenti e Saccenti hanno accolto le posizioni espresse da Maurizio Landini di ieri alla Repubblica. Mettiamola così. Da anni i metalmeccanici sono stati lasciati soli. Soli a sostenere la loro battaglia per la libertà di rappresentanza in fabbrica, soli a dire che non si sarebbero difesi i giovani senza lavoro né quelli a partita IVA, togliendo i pochi diritti rimasti agli operai. Ora il progetto che Renzi e Taddei dicono di voler preparare per il Pd sembra dargli ragione. Trovo assolutamente naturale che Landini vada a “vedere”. Dovrebbero farlo anche Civati e Cuperlo, senza dar troppo peso alle anticipazioni interessate dei giornali.
I quali giornali spesso semplificano, perché “tecnici” ed “editorialisti” non comprendono, perché i 101 si meravigliano. Avevano raccontato una bugia, un’Italia immaginaria. In cui gli operai meccanici figuravano come i difensori di ogni incrostazione burocratica, di ogni rigidità e conservatorismo. Mentre imprenditori privati (persino i Riva), tecnici di governo (persino Fornero, che non conosceva il numero dei pensionati rimasti senza tutela), teorici del sindacato collaborativo (persino Sacconi) passavano per riformisti.
Il 2014 sarà un anno difficile, ma si annuncia divertente per chi non ha paura della verità."

martedì 3 dicembre 2013

Pescara, Dicembre 2013





 




Dopo due giorni di pioggia (e conseguenti disastri) il Sindaco di Pescara ALBORE MASCIA e l'assessore alla Protezione Civile Fiorilli chiedono lo stato di calamità...


ADESSO SIGNOR SINDACO LUIGI ALBORE MASCIA, D'ANNUNZIANAMENTE PARLANDO, NON SAREBBE IL CASO DI CHIEDERE SCUSA ALLA CITTA' E FIRMARE LE DIMISSIONI??
           Scendi Dario che è meglio...

                                          
 Lettera aperta di vauro Senesi a Dario Fo



lunedì 2 dicembre 2013

domenica 1 dicembre 2013


Lettura della settimana


"Professore, ma lei è di destra o di sinistra?"
"Bella domanda. Anch'io me lo chiedo da tanto tempo, ma non l'ho ancora capito."