domenica 6 ottobre 2013

Quattro cani per strada...

Dice una vecchia canzone di De Gregori:
" Quattro cani per strada.
Il primo è un cane di guerra
e nella bocca ossi non ha e nemmeno violenza.
Vive addosso ai muri e non parla mai,
vive addosso ai muri e non parla mai.
Il secondo è un bastardo che conosce la fame e la tranquillità
ed il piede dell'uomo e la strada.
Ogni volta che muore gli rinasce la coda.
E il terzo è una cagna, quasi sempre si nega,
qualche volta si dà e semina i figli nel mondo.

Perchè è del mondo che sono figli, i figli.
[...]
Il quarto ha un padrone,
non sa dove andare, comunque ci va,
va dietro ai fratelli e si fida.
Ogni tanto si ferma a annusare la vita, la vita."


Nel fine settimana di crisi aperta e chiusa da B. con triplo salto carpiato e lieto fine in stile fratelli Grimm, a pensarci, si sono visti i quattro cani all'opera per disegnare il finale da opera buffa che è ormai la quotidinianità politica di questo Paese. Così, ridendo e scherzando, mentre vi divertite ad individuare i quattro cani, fermatevi un attimo a riflettere su due dettagli: il miserevole stato psichiatrico del PD, dei suoi dirigenti, dei suoi opinion leader così disabituati a gioire per una vittoria o un risultato concreto ottenuto che festeggiano anche quando non hanno niente da festeggiare; la straordinaria occasione, perduta al fotofinish, di cambiare radicalmente il quadro politico italiano. 
Se il coraggio di Alfano e Formigoni fosse durato più di cinque minuti, avrebbero spaccato il PDL e formato gruppi autonomi in Camera e Senato. Così avrebbero avuto il tempo, da qui al 2015, di creare in Italia una destra moderna ed europea prosciugando il bacino conservator-populista del Cavaliere Dimezzato, con enormi benefici per l'immagine del Paese nel mondo e per l'intero sistema politico. Invece no, la fellonia dei nani con l'ombra da giganti, il colpo di coda last minute di Dudù-silvietto e l'ingordigia del servo che intende prendersi tutta la proprietà del padrone ci riportano al punto di partenza. Coitus interruptus.
Alfano adesso vuole tutto il PDL, Berlusconi glielo darà (o gli darà l'impressione di darglielo) nel frattempo ha un anno di tempo per continuare a condizionare il governo (che avete da esultare a sinistra?), per epurare o ricomprare i ribelli e restare lui il capo-bastone della tribù. L'occasione è persa e la si racconterà come una manovra di palazzo, più o meno riuscita. Direi meno. Ma era una giornata importante per isolare definitivamente Berlusconi e far uscire i suoi problemi giudiziari una volta per tutte dall'agenda del Paese. Era importante per tutti e soprattutto per il campo di sinistra, dove l'ottimo Enrichetto dimostra capacità tattiche di rilievo, ma oltre queste non vedo motivi di gioia: il PDL continuerà ad essere un osso duro da rosicchiare con i soldi del capo, le tv del capo, e i barbari leghisti al soldo del capo.    
Nel frattempo..
Renzi mugugna: se Letta allunga il brodo del governo il suo profilo da berluschino toscano, costruito andando ad Amici vestito da Fonzie, potrebbe non essere più attuale ed utile per vincere le primarie per la premiership.
Biancofiore vittima del sistema: seguendo il bastone del padrone ha rassegnato le dimissioni da sottosegretario, sembra che Letta non le abbia respinte! ahah!!! un vecchio detto democristiano diceva "non dare mai le dimissioni, qualcuno potrebbe accettarle!" Adesso la falchetta pentita non ha idea di che pesci pigliare: pesce d'aprile!  
Il Movimento 5 Stalle continua a fare un'opposizione pugnace ed efficace: dopo l'interrogazione parlamentare sulle scie Kimike e il disegno di legge sulla coltivazione della canapa (che cambierà per sempre le nostre vite, è chiaro!) Grillo minaccia il Paese "se non ci date il 51% alle prossime elezioni me ne vado!". Che elevatissimo spirito democratico! No a Bè, ti prego rimani, facciamoci un altro bicchiere insieme e poi andiamo via. Organizzare un V-day per mandarlo a fanculo in coro no?   

Mah, beviamoci su..


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