martedì 18 giugno 2013

Ripetizioni di Civiltà

Questo Paese ha bisogno di essere mandato in blocco a prendere ripetizioni di civiltà e di democrazia: propongo perciò un viaggio-studio sul Bosforo.
Quello che succede in Turchia indica che laggiù, nelle cellule, nelle vene e nel corpo di quella Nazione esistono, vitali, anticorpi che agiscono contro la prepotenza, l'arroganza del potere, la soverchieria delle elites che in Italia abbiamo perso almeno da qualche decennio.
Tayyip Erdogan, come ho già scritto in precedenza, è riuscito nella brillante operazione di compattare un intero Paese contro il suo governo. Adesso la protesta non è più solo in difesa del Parco Gezi in sè, si lotta per la difesa della laicità dello Stato come il fondatore Ataturk l'aveva pensato, si lotta contro un governo che con continui giri di vite ha portato in Turchia una forma pur blanda di Shari'ha, si lotta per tutto questo intendendo allo stesso modo gli alberi di Gezi, la laicità, la Democrazia: Beni comuni.
Il pugno di ferro del Governo, l'intenzione di andare avanti a qualsiasi costo, lacrimogeni, cariche della polizia e morti non disperdono i manifestanti, che anzi trovano nuove adesioni e solidarietà. L'ottusità di Erdogan che vede nella protesta solo una strumentalizzazione dell'opposizione Kemalista è tristemente ridicola: per il turco oggi rischiare una pallottola è meno importante che difendere la propria libertà ed il proprio Paese.
Potremmo dire lo stesso di noi? Il massimo di indignazione che si riesce a produrre in Italia è mettere una croce su un movimento di teste di legno guidate da un comico. Vent'anni di berlusconismo hanno afflosciato lo spirito critico degli italiani, hanno fiaccato qualsiasi volontà di resistenza: quando si organizza una protesta, qui dura lo spazio di uno spot pubblicitario. Si va a Roma a manifestare per fare la gita fuori porta e la sera si torna a casa stanchi e soddisfatti di aver fatto il proprio dovere! In questo senso i turchi hanno da darci lezioni alla grande.
Nel frattempo, mentre continuano i pestaggi a Istanbul, a Smirne, ad Ankara, l'Occidente sviluppato e democratico che fa? Emma Bonino ha miagolato deboli proteste e l'UE sostanzialmente fischietta guardando dall'altra parte. I bene informati diranno ”L'Unione Europea non interferisce con le politiche interne dei singoli Paesi”. Bravi, ditelo al popolo greco soffocato dai debiti e dalle politiche scellerate della Trojka. 
Se per l'Europa conta più l'Economia della Democrazia, portatemi in Turchia.

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