Ripetizioni di Civiltà
Questo Paese ha bisogno di essere
mandato in blocco a prendere ripetizioni di civiltà e di
democrazia: propongo perciò un viaggio-studio sul Bosforo.
Quello che succede in Turchia indica
che laggiù, nelle cellule, nelle vene e nel corpo di quella Nazione
esistono, vitali, anticorpi che agiscono contro la prepotenza,
l'arroganza del potere, la soverchieria delle elites che in Italia
abbiamo perso almeno da qualche decennio.
Tayyip Erdogan, come ho già scritto in
precedenza, è riuscito nella brillante operazione di compattare un
intero Paese contro il suo governo. Adesso la protesta non è più
solo in difesa del Parco Gezi in sè, si lotta per la difesa della
laicità dello Stato come il fondatore Ataturk l'aveva pensato, si
lotta contro un governo che con continui giri di vite ha portato in
Turchia una forma pur blanda di Shari'ha, si lotta per tutto questo
intendendo allo stesso modo gli alberi di Gezi, la laicità, la
Democrazia: Beni comuni.
Il pugno di ferro del Governo,
l'intenzione di andare avanti a qualsiasi costo, lacrimogeni, cariche
della polizia e morti non disperdono i manifestanti, che anzi trovano
nuove adesioni e solidarietà. L'ottusità di Erdogan che vede nella
protesta solo una strumentalizzazione dell'opposizione Kemalista è
tristemente ridicola: per il turco oggi rischiare una pallottola è
meno importante che difendere la propria libertà ed il proprio
Paese.
Potremmo dire lo stesso di noi? Il
massimo di indignazione che si riesce a produrre in Italia è mettere
una croce su un movimento di teste di legno guidate da un comico.
Vent'anni di berlusconismo hanno afflosciato lo spirito critico degli
italiani, hanno fiaccato qualsiasi volontà di resistenza: quando si
organizza una protesta, qui dura lo spazio di uno spot pubblicitario.
Si va a Roma a manifestare per fare la gita fuori porta e la sera si
torna a casa stanchi e soddisfatti di aver fatto il proprio dovere!
In questo senso i turchi hanno da darci lezioni alla grande.
Nel frattempo, mentre continuano i
pestaggi a Istanbul, a Smirne, ad Ankara, l'Occidente sviluppato e
democratico che fa? Emma Bonino ha miagolato deboli proteste e l'UE
sostanzialmente fischietta guardando dall'altra parte. I bene
informati diranno ”L'Unione Europea non interferisce con le
politiche interne dei singoli Paesi”. Bravi, ditelo al popolo greco
soffocato dai debiti e dalle politiche scellerate della Trojka.
Se per l'Europa conta più l'Economia della
Democrazia, portatemi in Turchia.
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