lunedì 10 giugno 2013

Grandina: la grandine rafforza il governo Letta!

Oggi prima di prendere il the delle cinque il futurista Giovanni detto Gianni Alemanno comunicava la resa a spoglio da poco iniziato. Vince a Roma Ignazio Marino e porta il computo totale di questa tornata di amministrative a 16 capoluoghi su 16 per il centrosinistra. I primi commenti, di chi la sa lunga, unanimi hanno sentenziato: questi risultati rafforzano la compagine di governo! L'ottimo governo dell'ottimo Enrichetto può dormire sonni tranquilli! Evviva il grandioso partito progressista, finalmente gioiosa macchina da guerra!
O no?
E no! Se date un'occhiata alle due foto sotto vi potete fare un'idea del perchè no. Niente simbolo sul manifesto del sindaco, poche bandiere Pd in piazza al momento della vittoria. Keep calm & Low profile.
Ignazio Marino ha combattuto la guerra per il Campidoglio quasi come fosse stato un Alfio Marchini qualunque: molto civismo, poca politica fin dagli slogan e dai manifesti ”Non è politica. E' Roma”. Questo per alcuni motivi, di segno positivo e negativo : 

Marino non è fesso, ha notato che Serracchiani (ma non solo lei, vedi anche Del Bono a Brescia ed altri in precedenza) ha vinto tenendosi lontano da simbolo e colori del proprio Partito. Oggi presentarsi come uno del PD stimola la profusione di gesti apotropaici in quantità.
Marino ha vissuto la sua candidatura e la sua campagna elettorale tra lo scetticismo della dirigenza del suo partito romano: i laticlavi del PD romano hanno guardato con sufficienza e malcelata diffidenza il professore genovese. Un provinciale nel cuore della romanità non si vedeva dai tempi di Marco Aurelio. Appunto.

Da non sottovalutare infine che Marino correva contro Alemanno: parentopoli e fascistopoli come non si vedeva da tempo in città, una riconferma del sindaco sembrava improbabile dall'inizio, nonostante le prebende distribuite. 

Se fossi nel Pd non sorriderei a 36 denti: se cerca in cantina o in frigorifero qualche uomo vincente lo trova ancora, ma per vincere non deve dirlo troppo in giro che è del Pd (magari qualcuno si distrae e vota!). Questa tornata elettorale non ha premiato le larghe intese ma l'alternatività al Pdl ed i candidati più lontani dall'idea di governissimo: meditate gente. 

Ma il Pd è un grande partito di governo e anche magnanimo e progressista e anche riformista e anche responsabile e anche... e allora che fa? Poco prima della resa di Alemanno comunica per bocca del vicepremier l'affidamento dell'incarico di “Consigliere alla Presidenza del Consiglio per le politiche di contrasto della violenza di genere e del femminicidio” a Isabella Rauti (moglie di quel tale Giovanni detto Gianni e figlia di) scelta però per il suo curriculum che avevate capito? Maligni che non siete altro!!
Cittadino ricorda, in tempo di crisi ricorda il governo non ti lascia da solo per strada: “Nessuno deve rimanere indietro” (cit.Enrico Letta)
Se legalizzate l'eutanasia ne faccio uso subito. Grazie!

1 commento:

  1. Concordo con l'analisi molto lucida, ma aggiungerei che alle prossime elezioni ci saranno tanti Marino, ufficialmente in contestazione con la direzione PD, ma non completamente separati, in attesa di ulteriori sviluppi, con la possibilità di avere un sostegno da un partito storicamente radicato sul territorio; in altri termini un pò lista civica un pò partito, un pò "vado via di casa, ma torno a dormire la sera"!
    Il contraltare? Al PD, non avendo in questo momento una linea politica certa ed essendo stato messo in discussione anche da un Movimento nato in poco tempo, fa comodo (pur non ammettendolo ufficialmente) avere personaggi che lavorano duramente sul territorio, che mediaticamente prendono le distanze dal Partito, ma che del partito fanno comunque parte; in caso di vittoria si portano i risultati a casa mostrandosi aperti a nuove prospettive politiche, in caso di sconfitta il candidato di turno ha fallito!

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