martedì 29 aprile 2014

L’analfabeta politico

 

Il peggiore analfabeta
è l’analfabeta politico.
Egli non sente, non parla,
nè s’importa degli avvenimenti politici.

Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina,
dell’affitto, delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche.

L’analfabeta politico è così somaro
che si vanta e si gonfia il petto
dicendo che odia la politica.

Non sa l’imbecille che dalla sua
ignoranza politica nasce la prostituta,
il bambino abbandonato,
l’assaltante, il peggiore di tutti i banditi,
che è il politico imbroglione,
il mafioso corrotto,
il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.

Bertolt Brecht

mercoledì 23 aprile 2014

Lettura della settimana


Che c'entriamo con noi con i moai dell'Isola di Pasqua? C'entriamo, c'entriamo... 
"Il punto non è deprecare il presente, ma comprendere il significato delle tante cose che accadono e avvolgono la nostra democrazia".

martedì 22 aprile 2014


 Elogio della candidatura


di Elso Simone Serpentini (da www.iduepunti.it)
...Se volete sapere chi furono i miei maggiori, ebbene sappiate che non mi ha generato un partito politico, di quelli ancora mezzo morti e quasi ciechi che ci sono ancora, ma un gruppo in pieno vigore e fervente di giovinezza, ebbro di quel nettare del quale si beve generosamente al banchetto del qualunquismo quando si viene convocati in nome della cosiddetta società civile.

Se poi volete sapere il luogo dove sono nato, visto che oggi voi elettori attribuite tanta importanza al luogo dove si sono emessi i primi vagiti, sappiate che io non sono nato in una riunione di partito da una designazione congiunta tra maggioranza e minoranza, né dall’indicazione sovrana di un capobastone di corrente, ma in un’isola dove tutto cresce senza seme né aratro, dove non esistono fatica, vecchiaia, malattie, un luogo che non ha ancora un nome e per questo lo chiamano Utopia. Da ogni parte mi adulano tenere fanciulle, magnificando le mie lodi, e mi trovo sempre tra tante delizie. E’ folto e numeroso il corteo dei miei sostenitori e delle mie sostenitrici, tanto che nessun altro candidato potrà mai avere l’eguale.

Quella che vedete con le sopracciglia inarcate è  Filautia, la mia segretaria, che conosce tutti i miei segreti e le mie aspirazioni, prende i miei appuntamenti, fissa le date dei miei incontri pubblici e privati; quella che sembra ridere con gli occhi è la mia consulente per le presenze televisive, sempre accorta e attenta; quella che batte sempre le mani è la mia capo-claque, che quando incontro gli elettori dà il via agli applausi nei momenti più indicati, con dotta sapienza; quella mezza addormentata e vinta dal sonno si chiama Lete ed è tra le collaboratrici la più preziosa, perché è quella il cui compito consiste nel far dimenticare a tutti le  mia promesse non mantenute e le poche ombre del mio passato politico.

Quella appoggiata sui gomiti, con le mani intrecciate, è la mia gost writer, mi scrive i discorsi, che imparo a memoria, e inventa per me gli slogans più affascinanti; l’altra, cinta da un serto di rose, cura gli addobbi delle sale dove mi reco a parlare e a fare discorsi; quell’altra dai mobili sguardi lascivi deve cercare di portare dalla mia parte gli elettori maschi, invitati ad offrirmi il loro appoggio con provocanti quanto suggestivi consigli.

Tra le fanciulle potete vedere anche due dei: maschi, ma con un temperamento che non ha niente da invidiare, quanto a determinazione e fascino, a quello delle donne del mio corteo. Il loro compito non è meno importante: consiste nel curare l’eleganza del mio abbigliamento e del mio comportamento. Con l’aiuto di tutta questa mia corte, io primeggerò su tutti gli altri candidati e sarò candidato tra i candidati, eletto fra gli eletti, sovrano fra i sovrani.

Vi ho detto origine, educazione, compagni. Ora, perché a qualcuno non paia senza fondamento la mia pretesa di essere eletto, drizzate le orecchie e ascoltate di quanta utilità la mia elezione potrà risultare alla città e ai cittadini e quanto sarà grande il beneficio che tutti trarranno dalla mia vittoria. Se, infatti, non senza saggezza, qualcuno ha scritto che essere eletto proprio questo significa: giovare agli altri ancor più che a se stessi, se a buon diritto sono stati eletti in passato e ammessi in consiglio candidati che avevano promesso anche vino, grano e simili beni, perché io non dovrei a buon diritto essere ritenuto e proclamato eletto fra gli eletti, dal momento che io posso essere quanto a benefici il più prodigo di tutti? Innanzitutto, che cosa può esserci di più dolce e prezioso della mia elezione? Tutti ne saranno felici e con essa farò felici tutti.

Dispenserò felicità alla mia città e a tutti con la testa, con il volto, con il cuore, con le mani e con l’orecchio. Sì, anche con l’orecchio, perché saprò ascoltare tutti e a tutti prestare ascolto, soprattutto ai giovani. Di dove, di grazia, questa benevolenza per la gioventù? Di dove, se non da me? Sarà per merito mio se i giovani troveranno un posto di lavoro, per merito mio guadagneranno e saranno sempre di buon umore, e questa felicità durerà in loro anche quando, cresciuti, con l’esperienza e l’educazione acquisteranno una certa maturità e, anche se sarà sfiorita la loro bellezza, illanguidita la loro alacrità e inaridita la loro attrattiva, venuto meno il vigore, grazie a me continueranno a sperare in un radioso futuro.

Quanto più gli elettori si allontaneranno da me, tanto meno vivranno felici, e, quando sopraggiungerà la gravosa vecchiaia, la molesta vecchiaia, odiosa non solo agli altri, ma anche a se stessa, nessuno riuscirà a sopportarla se, ancora una volta, impietosita da tanto soffrire, non verrò in aiuto io con le mie tante elargizioni, in cambio di una umile e modesta cosa quale la preferenza a me accordata alle elezioni. Io riporterò all'infanzia quanti saranno prossimi alla tomba e che il volgo, non senza fondamento, usa chiamare rimbambiti, li condurrò alla fonte dalla quale sgorgherà per mio esclusivo merito il latte che sarà per loro fonte di vita e continuerò ad elargire loro i miei benefici fino a quando saranno in grado di recarsi alla cabine elettorali e scegliere me quale candidato preferito. Delireranno, non ragioneranno più, ma sapranno ancora votarmi e riusciranno a farlo.
Paragoni ora chi vuole questo mio beneficio con quelli promessi ed elargiti dagli altri candidati. E non sto a ricordare quello che fanno quando li possiede l'ira per non essere stati votati; parlo di coloro che hanno goduto dell’elezione, ma dopo essere stati votati si sono trasformati in autori di promesse mancate, diventando alberi, uccelli, cicale, e perfino in serpenti, come se nel diventare altro consistesse il non rispettare il proprio programma elettorale.

Al contrario, i miei elettori sono tutti grassottelli, lustri, senza una ruga, proprio come quelli che chiamano porcelli d'Acarnania, immuni, per certo, da qualunque povertà e da qualsiasi disturbo senile, a meno che non si trovino a subire in qualche misura il contagio dei miei avversari politici, come capita, poiché la vita non consente mai una completa felicità. Vadano pure gli altri, stoltissimi elettori, a dare il loro voto ad altri candidati, a qualsiasi altro autore di vaghe e non mantenute promesse. Saranno voti persi, perché solo io posseggo quel filtro miracoloso che consente di mantenerle e la forza per usarlo.

Passate in rassegna tutte le liste di candidati, e trovatene uno solo che possa osare di dirsi a me pari, e di garantire uguale protezione ai propri elettori, che abbia la stessa fama di sapiente, che possa garantire più di me una vita felice, fatta di conviti, balli, canti e giochi. Chi non sceglierà me, fra tutti, come il sempre più allegro, il sempre più giovane, il sempre più generoso e dispensatore di posti di lavoro, di svaghi e di piaceri? Forse taluni penseranno che io millanti, chiuderanno gli occhi e non riusciranno così a vedere i mille e tanti vantaggi della mia elezione, si illuderanno che, votando un altro candidato, potranno operare una scelta migliore.

Essi andranno così incontro ad un ben triste destino e si pentiranno ben presto della loro scelta, capendo troppo tardi di essersi fatti ingannare da meriti che non erano meriti, vantaggi che non erano vantaggi e di aver seguito da sciocchi un altro corteo, diretto da un’altra entità di cui Erasmo tessé un elogio come questo: la Pazzia.

domenica 30 marzo 2014

L'indecenza fatta decreto


Riporto l'appello lanciato da Libertà e Giustizia contro la riforma del Senato con relative modifiche Costituzionali. Io ho firmato l'appello, voi almeno sappiate che la vasellina è già pronta: attenti a chi vi sorride e vi passa alle spalle...

 "Stiamo assistendo impotenti al progetto di stravolgere la nostra Costituzione da parte di un Parlamento esplicitamente delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014, per creare un sistema autoritario che dà al presidente del Consiglio poteri padronali. Con la prospettiva di un monocameralismo e la semplificazione accentratrice dell’ordine amministrativo, l’Italia di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi cambia faccia mentre la stampa, i partiti e i cittadini stanno attoniti (o accondiscendenti) a guardare. La responsabilità del Pd è enorme poiché sta consentendo l’attuazione del piano che era di Berlusconi, un piano persistentemente osteggiato in passato a parole e ora in sordina accolto.
Il fatto che non sia Berlusconi ma il leader del Pd a prendere in mano il testimone della svolta autoritaria è ancora più grave perché neutralizza l’opinione di opposizione. Bisogna fermare subito questo progetto, e farlo con la stessa determinazione con la quale si riuscì a fermarlo quando Berlusconi lo ispirava. Non è l’appartenenza a un partito che vale a rendere giusto ciò che è sbagliato. Una democrazia plebiscitaria non è scritta nella nostra Costituzione e non è cosa che nessun cittadino che ha rispetto per la sua libertà politica e civile può desiderare. Quale che sia il leader che la propone".

Primi firmatari: Nadia Urbinati, Gustavo Zagrebelsky, Sandra Bonsanti, Stefano Rodotà, Lorenza Carlassare, Alessandro Pace, Roberta De Monticelli, Gaetano Azzariti, Elisabetta Rubini, Alberto Vannucci, Simona Peverelli, Salvatore Settis, Costanza Firrao

lunedì 24 marzo 2014

Neonazionalismi e vaffanculò alla tartare

Le amministrative d'oltralpe ci consegnano un'anteprima delle Europee di maggio prossimo: vince, quasi ovunque si sia prentato, il Front National di Marine Le Pen e vince al primo turno o nel peggiore dei casi estromette la destra o la sinistra dal ballottaggio. Ma non esultate piccoli fascistelli italici, ritraete la manina destra tesa che non è la vostra vittoria. 
La vittoria, pur parziale, della signora Marina La Pena non è un revival del fascio littorio o della repubblica di Vichi e non è inedita. Il molto meno affascinante padre di lei ottenne lo stesso risultato nel 2002. Può succedere... se la sinistra non fa più politiche di sinistra perchè è più moderno fare la destra, e se la destra fa il gossip con le chansonnier italiche. In realtà il voto al Front National è un vaffanculo al bipolarismo di schemi alternativi solo sulla scheda elettorale ma che poi rendono conto agli stessi interlocutori e lasciano senza interlocutori fette sempre più ampie della società. 
Marina La Pena invita adesso tutti gli antieuropeisti ad unirsi: pronto Salvini a rispondere "Presente!". Perchè c'è sempre bisogno del Nemico Esterno di orwelliana memoria. Il refrain del "ce lo chiede l'Europa" ha fatto il suo effetto: colpevole di tutto è sempre l'Europa che ci vincola, ci opprime, limita le nostre libertà. Ma che ci sta in Europa? Bin Laden buonanima? il barone De Sade? O sarà che per decenni al Parlamento Europeo (peraltro privo di poteri d'indirizzo politico) si è mandato sempre un esercito di trombati delle elezioni nazionali, sarà che anzichè mandarci i migliori ci si è parcheggiata Iva Zanicchi (Iva Zanicchi!!!) o se si è considerato il cimitero degli elefanti degli Occhetto o dei Cofferati. Che ti puoi aspettare? Se i membri della Commissione Europea vengono indicati dai singoli governi nazionali con criteri da manuale Cencelli, che ti puoi aspettare?
Compagni, che fare? Si diceva una volta.. "Il momento è grave, ma non serio!" (cit.E.Flaiano).  Tornare alla Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio? Uscire dall'Euro e tornare al Fiorino? Agli euroscettici a 5stalle e no, propongo una via d'uscita. Lo strapotere tedesco, le austere politiche dei burocrati continentali si combattono solo in un modo: abbassando il tasso di nazionalismo dei singoli Paesi. Se la Merkel prima di sentirsi tedesca, un giorno si sentirà europea si preoccuperà delle condizioni di Spagna, Grecia e Portogallo come si è preoccupata della Germania Est. Se gli europei riuscissero a sentirsi tali prima di sentirsi padani, baschi e catalani si potrebbero realizzare politiche sociali ed economiche eque da Estoril a Berlino e da Copenhagen a Lampedusa. Si potrebbe realizzare allora il sogno di questi neonazionalisti: una Patria con la bandiera blu e le stelle d'oro. L'unica Nazione in grado oggi di affrontare alla pari le sfide globali che pongono Cina, India, Usa e Brasile. Altrimenti dove va la piccola Francia di Marina La Pena? Altrimenti il futuro sarà un'Europa divisa in staterelli saccheggiati dai lanzichenecchi russi, cinesi, arabi e indiani. A voi la scelta. Io sto con l'Europa dei Popoli verso il popolo europeo perchè dove c'è più coesione c'è più uguaglianza e se c'è uguaglianza si attenua la tentazione del pesce tedesco di papparsi il pesciolino greco o italiano.
Neonazionalisti ed euroscettici, la risposta è dentro di voi, però è sbagliata!

Per favore, alle Europee non votiamo come al solito con l'intestino crasso, proviamo a votare con la testa. Così, per vedere l'effetto che fa..

lunedì 17 marzo 2014

Il ritorno nel seno della Grande Madre Russia





















La Crimea approva con un referendum il ritorno tra le braccia della Grande Madre Russia. L'annuncio della consultazione referendaria era stata salutata con favore dal più grande statista italiano: Sua Democraticità Beppe Grillo. 
Il risultato è stato del 96,6% a favore dell'annessione (non è ancora chiaro in quale forma) alla Libera repubblica russa con la partecipazione di tre elettori su quattro. Gli osservatori europei inviati a vigilare sulla regolarità riportano giudizi tranquillizzanti:  Fabrizio Bertot (europarlamentare Forza Italia) "una votazione tranquilla, simile a quelle che avvengono in Italia". Beh, se lo dice lui...
Usa e UE invece la definiscono illegale. Il clown non lo sa se è stata illegale, ma sospetta che avendo un carrarmato russo puntato contro la finestra di casa, anche lui sarebbe uscito tranquillo per votare si ai fratelli russi.
Tutte le pippe sulla russofonia, sugli aspetti storici che da sempre rendono la Crimea una penisola russa si infrangono qui: sul cingolo dei carrarmati di Putin. Se la scelta fosse stata libera, Mosca non avrebbe avuto bisogno di invadere la penisola, assediare le casereme ucraine, prendere possesso del porto e tenere di stanza sul suolo ucraino 20000 soldati. Così pare al clown.. Poi c'è da dire che Putin è personcina liberale e moderata, come si sa: uno che al vertice con la Merkel fa arrivare il suo cagnolino di ottanta chili a dieci centimetri dalle gambe della tedesca, nota cinofoba. Quindi come fai a sospettare che qualcosa non vada?
Inoltre la risposta Ue è debole e farraginosa, come al solito. Questa debolezza allontana gli europei dall'Europa, figurarsi gli ucraini. Putin fa il comodo suo in Crimea, come lo fece in Cecenia, perchè sa che non pagherà pegno: nessuno gli presenterà il conto. E il cittadino crimeo sceglie il padre-padrone russo, alla distratta ed incapace mamma Europa. 

Sarebbe il caso di ricordarsene il 25 maggio, intanto prevedo guai...  

domenica 16 marzo 2014

Lettura della settimana



16 marzo 1978 il Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro viene rapito dalle Brigate Rosse in Via Fani a Roma. 55 giorni di prigionia, dialogo e rapporti umani tra le persone che abitarono la prigione.