venerdì 13 giugno 2014

La fine dei decisionisti



C'è qualcosa di nuovo in Italia, qui si riforma con la mitraglia. C'è un Presidente del Consiglio che non segue alcun consiglio. C'ha due denti da coniglio, è un decisionista di gran piglio. Sguscia via tra tipi loschi con l'aiuto della Boschi. Buona quella, per di più, lo si può dire anche senza "u". Civatiani e dissidenti se li mastica tra i denti, se non stai coi vincitori dal partito resti fuori. E quei vecchi del pd, che ci fanno ancora qui? Già si sa che è così: il trionfo personale, non dà tempo a blaterare! Perditempo e lavativi, son per voi tempi cattivi, qui si marcia notte e dì per la maggior gloria di quello lì. La riforma costituzionale senza men si deve fare: è un pasticcio, una manfrina "presto, presto!" una vocina, arriva qui fin dalla Cina. Se per voi è così amar non poter partecipar, c'è la porta, e fuori, il mondo.con un tweet io v'affondo. Pensavate di contar? sciocchi, solo io son la star! Il partito è democratico, tanto quant'io son simpatico! E con queste quattro rime, resti chiaro, son le prime, io continuo a comandar: sono Renzisuperstar! Vi saluto con passione, io son RenziNapoleone!

Il cesarismo politico, di cui su questo blog ogni tanto avrete avuto modo di leggere, è il peggiore dei mali di questo Paese. La retorica dell'uomo solo al comando che vince le resistenze e gli inciampi che incontra lungo il suo luminoso cammino, si arricchisce di nuovi episodi. L'aspetto inedito è la sua coniugazione in quello che ama definisrsi "il maggior partito della sinistra italiana" (alèèè!!). Finora questi gran pezzi d'uomini con la mascella d'acciaio li aveva prodotti la destra fascista e la destra berlusconista, oggi si sperimenta a sinistra ma i caratteri sono gli stessi e ci sono tutti: indispensabilità del leader per arrivare alla vittoria, piglio più autoritario che autorevole, assoluta intolleranza a qualsiasi moderatissima obiezione al dettato del capo, e poi aspetti "futuristici": velocità, pseudo-efficienza, adorazione del nuovo/condanna del vecchio (nel senso delle persone, delle procedure, dei modi e delle idee). Prendiamo ad esempio il caso Mineo. Il buon Corradino è un pò anziano (sarà vicino ai sessanta) e già qui parte male! Poi non è renziano (e questo è pure peggio!!), ma di indole collaborativa: si limita a consigliare il Principe, fa proposte (fa proposte? peggio del peggio!! chi si crede di essere?). Per sua grande sventura è (era) Presidente della Commissione Costituzionale al Senato. E' stato appena defenestrato causa disaccordo con la Riforma del bicameralismo del Grande Leader del 40.8%. A suo maggior scorno, il Grande Leader non si è nemmeno sporcato le mani col suo cadavere (Renzi è in oriente e da lì emana editti che ricordano quello di Sofia), ma ci ha pensato la sua casalinga preferita Maria Elena con un colpetto di scopa a scaraventarlo giù come si fa con uno scarafaggio.
La sostanza è: Mineo Chiti e gli altri cosiddetti dissidenti proponevano di discutere la riforma del Senato secondo la proposta di Chiti, anzichè fare una seconda camera con sindaci e presidenti di regione, senatori a vita-temporanei (nel senso che dopo un certo tempo verrebbero soppressi? boh!), il gatto con gli stivali, i sette nani e una delegazione di puffi. Il diktat è : non si discute! in aula ci va la proposta del governo, poi magari ci metti pure la fiducia sopra e deve passare così com'è. Risultato: Mineo defenestrato, macchine avanti tutta!!.
Adesso, da buoni cristiani, ditemi voi: in un partito così ci si può stare? è un partito una roba così? Uomini liberi, semiliberi, liberti, civatiani e non non vi sembra il caso di ascoltare un vecchio consiglio del clown? non è ora che scendiate da quell'aereo più pazzzo del mondo che è il PD? Meditiamo...

P. S. ero preoccupato nello scrivere questo post, mi poteva toccare per una volta dar ragione ai grillini "hai visto che pure nel pd si fanno le epurazioni? e senza neanche votazione online!" Grazie a Dio il buon Luigi Di Maio mi ha salvato da questa eventualità, dichiarando che bene ha fatto il pd ad eliminare Mineo visto che era in disaccordo con la maggioranza del suo partito. Ammazza che statista! Ecco, grazie Di Maio, per avermi ricordato che la maggioranza ha sempre ragione! e che le minoranze, per innocue che siano, vanno buttate fuori a calci in culo!

P.P.S. Nota storica. Ricordate ai decisionisti la fine dei loro predecessori: Napoleone Bonaparte è morto da solo su uno scoglio, Benito Mussolini è finito a testa in giù a Piazzale Loreto e quell'altro è un vecchio rincoglionito che passa le mezze giornate a tediare anziani in un ospizio. Pensateci un attimo.           

sabato 7 giugno 2014

Chiedilo a Ennio
I dubbi del Clown



Ennio, ma tu come la vedi la situazione in Italia?

"Appartengo alla minoranza silenziosa. Sono di quei pochi che non hanno più nulla da dire e aspettano. Che cosa? Che tutto si chiarisca? L'età mi ha portato la certezza che niente si può chiarire: in questo paese che amo non esiste semplicemente la verità. Paesi molto più piccoli e importanti del nostro hanno una loro verità, noi ne abbiamo infinite versioni." 
Ennio Flaiano, italiano, abruzzese, pescarese


















giovedì 5 giugno 2014

 Per un'Italia libera e onesta
 di Gustavo Zagrebelsky



Il nostro Paese sta sprofondando nel conformismo (…) siamo usciti da una consultazione elettorale che ha dato il risultato a tutti noto, ma la cosa che colpisce è questo saltare sul carro del vincitore. Tacito diceva che una delle abitudini degli italiani è di ruere in servitium: pensate che immagine potente, correre ad asservirsi al carro del vincitore. Noi tutti conosciamo persone appartenenti al partito che ha vinto le elezioni che hanno opinioni diverse rispetto ai vertici di questo partito. Ora non si tratta affatto di prendere posizioni che distruggono l’unità del partito, ma di manifestare liberamente le proprie opinioni senza incorrere nell’anatema dei vertici di questo partito (…) Queste persone, dopo il risultato elettorale, hanno tirato i remi in barca e le idee che avevano prima, oggi non le professano più. Danno prova di conformismo. (…) 
La nostra rappresentanza politica
è quella che è (…) La diffusione della corruzione è diventata il vero humus della nostra vita politica, è diventata una sorta di costituzione materiale. Qualcuno, il cui nome faccio solo in privato, ha detto che nel nostro Paese si fa carriera in politica, nel mondo della finanza e dell’impresa, solo se si è ricattabili (…) Questo meccanismo della costituzione materiale, basato sulla corruzione, si fonda su uno scambio, un sistema in cui i deboli, cioè quelli che hanno bisogno di lavoro e protezione, gli umili della società, promettono fedeltà ai potenti in cambio di protezione. 
È UN MECCANISMO omnipervasivo che raggiunge il culmine nei casi della criminalità organizzata mafiosa, ma che possiamo constatare nella nostra vita quotidiana (…)   
Questo meccanismo funziona nelle società diseguali, in cui c’è qualcuno che conta e che può, e qualcuno che non può e per avere qualcosa deve vendere la sua fedeltà, l’unica cosa che può dare in cambio (…) Quando Marco Travaglio racconta dei casi di pregiudicati o galeotti che ottengono 40 mila preferenze non è perché gli elettori sono stupidi: sanno perfettamente quello che fanno, ma devono restituire fedeltà. Facciamoci un esame di coscienza e chiediamoci se anche noi non ne siamo invischiati in qualche misura. (…)   
Questo meccanismo fedeltà-protezione si basa sulla violazione della legge. Se vivessimo in un Paese in cui i diritti venissero garantiti come diritti e non come favori, saremmo un paese di uomini e donne liberi. Ecco
libertà e onestà. Ecco perché dobbiamo chiedere che i diritti siano garantiti dal diritto, e non serva prostituirsi per ottenere un diritto, ottenendolo come favore.   
Veniamo all’autocoscienza: siamo sicuri di essere immuni dalla tentazione di entrare in questo circolo? (…) Qualche tempo fa mi ha telefonato un collega di Sassari che mi ha detto: “C’è una commissione a Cagliari che deve attribuire un posto di ricercatore e i candidati sono tutti raccomandati tranne mia figlia.
Sono venuto a sapere che in commissione c’è un professore di Libertà e Giustizia…”. Io ero molto in difficoltà, ma capite la capacità diffusiva di questo sistema di corruzione, perché lì si trattava di ristabilire la par condicio tra candidati. Questo per dire quanto sia difficile sgretolare questo meccanismo, che si basa sulla violazione della legge. Siamo sicuri di esserne immuni? Ad esempio, immaginate di avere un figlio con una grave malattia e che debba sottoporsi a un esame clinico, ma per ottenere una Tac deve aspettare sei mesi. Se conosceste il primario del reparto, vi asterreste dal chiedergli il favore di far passare vostro figlio davanti a un altro? Io per mia fortuna non mi sono mai trovato in questa condizione, ma se mi ci trovassi? È piccola, ma è corruzione, perché se la cartella clinica di vostro figlio viene messa in cima alla pila, qualcuno che avrebbe avuto diritto viene posposto. Questo discorso si ricollega al problema del buon funzionamento della Pubblica amministrazione: se i servizi funzionassero bene non servirebbe adottare meccanismi di questo genere. Viviamo in un Paese che non affronta il problema della disonestà e onestà in termini morali. (…) Se non ci risolleviamo da questo, avremo un Paese sempre più clientelarizzato, dove i talenti non emergeranno perché emergeranno i raccomandati, e questo disgusterà sempre di più i nostri figli e nipoti che vogliono fare ma trovano le porte sbarrate da chi ha gli appoggi migliori. È una questione di sopravvivenza e di rinascita civile del nostro Paese. Ora, continuiamo a farci questo esame di coscienza: non siamo forse noi, in qualche misura, conniventi con questo sistema? Quante volte abbiamo visto vicino a noi accadere cose che rientrano in questo meccanismo e abbiamo taciuto? Qualche tempo fa, si sono aperti un trentina di procedimenti penali a carico di colleghi universitari per manipolazione dei concorsi universitari (…) Noi non sapevamo, noi non conoscevamo i singoli episodi (…) e per di più non siamo stati parte attiva del meccanismo, ma dobbiamo riconoscere che abbiamo taciuto, dobbiamo riconoscere la nostra correità.
  
PROPOSTA: Libertà e Giustizia è una associazione policentrica che si basa su circoli, che sono associazioni nella associazione, radicati sul territorio e collegati alla vita politica. Non sarebbe il caso che i circoli si attrezzassero per monitorare questi episodi, avendo come alleati la stampa libera e la magistratura autonoma? Potrebbe essere questa una nuova sfida per Libertà e Giustizia, controllare la diffusione di questa piovra che ci invischia tutti, cominciando dal basso, perché dall’alto non ci verrà nulla di buono, perché in alto si procede con quel meccanismo che dobbiamo combattere.

domenica 1 giugno 2014

Passate l'elezioni, sci vabbò ma chi ha vinto?














Sostiene chi se ne intende che il giorno dopo le elezioni non si trova un partito che le abbia perse. Tra analisi soggettive/oggettive, confronti con i risultati peggiori/migliori di sempre, confronti con i sondaggi dell'ultimo minuto ognuno può trovare motivi di soddisfazione. Così è stato, così sempre sarà, così è per le europee.
Andiamo con ordine che il clown ve le smonta tutte. 
The winner is: MatteoPieraccioniRenzi ed il suo Super-partito.
Dice: questi hanno vinto, hanno stravinto, come fai a negarlo?
Dico: il 41.8% alle europee è risultato netto ed incontestabile. Come mai? In termini assoluti di voti c'è qualche episodio precedente che nega il record storico al fiorentino, ma la percentuale è inedita. E' così che si governano gli italiani: faccia tosta e pane al popolo. L'ostentazione di una certa sicurezza nella guida (l'sotentazione ho detto, solo quella) e le famose 80 euro che sommate alla reale mancanza dei competitori hanno polarizzato il voto sui democratici. Renzi solleva molta polvere ed in quella polvere gli italiani presumono che si stia lavorando a qualcosa. Presumono, infatti, e quella presunzione gli è sufficiente... visti i chiari di luna a cui sono stati abituati. Ma l'agenda di governo è indietro su tutte le voci, le riforme non si  vedono, le scadenze che l'efficientissimo sindaco si è dato sono quasi tutte alle spalle e la ciccia non si vede. Risponderebbe lui: "e sò vent'anni ch'aspettate 'he vi 'ambia na settimana avanti o una indietro, Maremma!",  ci cambia che prima o poi la polvere si depositerà e a tutti sarà chiaro quello che il PD faceva nel polverone. Poi c'è da dire che il risultato è stato ottenuto maciullando gli alleati di governo con Scelta Civica e Centro Democraico scomparsi, e Nuovo Centro Destra sopra al 4% solo grazie al ticket con i Casiniani. E in un ottica di legittima vocazione maggioritaria ci starebbe anche. Quello che dovrebbe far pensare i piddini esultanti è l'episodicità dell'evento: le contemporanee elezioni regionali in Piemonte ed Abruzzo raccontano una storia diversa. Nonostante la presenza di numerosi top player elettorali (Chiamparino e D'Alfonso presidenti ad esempio), in Piemonte il PD non raggiunge il 32%, pure un buon risultato, ed in Abruzzo fa poco più del 25%. Percentuali bersaniane diciamo.. 
E dunque la vittoria di Renzi è quello che è: una cambiale dagli italiani per vedere che combina. Ma le cambiali prima o dopo scadono.   
The losers are: BeppeHitler e NonnoSilvio.
BeppeHitler in realtà ha perso per avidità: i sondaggi lo davano poco sotto la percentuale PD e lui si è fatto ingolosire dall'idea del sorpasso. Alzando i toni con "il voto di scambio da 80 euro", inanellando una serie di gaffes politiche, caricando sul carro dei candidati gente mai vista nè sentita nei suoi meetup, ha dato l'impressione alla parte più libera del suo elettorato che la vittoria era già cosa fatta e che magari stavolta si poteva anche optare per il restare a casa. Errore mortale. Quel paio di milioni di voti mancanti non sono stati fagocitati da Renzi, semplicemente si sono astenuti. Inoltre stigmatizzare le 80 euro ha contribuito a danneggiare i 5stalle: se 80 euro sono voto di scambio, allora lo era anche il reddito di cittadinanza? e se si, come si fa a sottovalutare il fatto che chi le avrà, le 80 euro le avrà già in busta da questo mese, mentre il reddito di cittadinanza sarà argomento buono anche per le prossime campagne elettorali? Cioè, l'impressione dell'italiano è: Beppe ha detto che forse, domani, se dovesse vincere lui le elezioni, potrebbe riuscire a trovare le coperture necessarie per dare un reddito minimo a tutti gli italiani; Renzi dà 80 euro in busta paga a circa 10 milioni di italiani da giugno 2014. Confrontate le due frasi e misurate il grado di ipoteticità di ognuna, poi ditemi per chi votate. 
Ma che NonnoSilvio ha perso veramente? Neanche il Clown l'ha capito fino in fondo.. ForzaItalia rediviva si piazza sopra al 16% in tutte le competizioni elettorali del 25 maggio ed è un risultato niente male visto quel che passa il convento. E il convento passa Berlusconi ai servizi sociali, gli alfaniani armati contro i forzisti ed una campagna elettorale francamente ridicola tra dentiere e canili. Stare sopra al 16% in queste condizioni è nient'altro che sorprendente (oltre che preoccupante per il Paese). Inoltre, per NonnoSilvio i risultati degli altri partiti di area centrodestra, definibili solo con la parola "desolanti", spingerà ad una ricomposizione presto o tardi del campo di destra. E nel campo di destra il nonno è ancora il capofamiglia, nonostante i dolori del giovane Fitto.
Tutto il resto è noia: sopra allo zerovirgola c'è solo Tsipras ma il successo della lista del papa nero è messo in discussione persino da chi l'ha ottenuto, le tentazioni radicali e la forza centripeta del Pd potrebbero smembrare quel bottino di voti e polverizzare ancora di più la proposta politica a sinistra dei democratici. Ma tant'è, se ve piace così.... 

Pace e bene.  

martedì 29 aprile 2014

L’analfabeta politico

 

Il peggiore analfabeta
è l’analfabeta politico.
Egli non sente, non parla,
nè s’importa degli avvenimenti politici.

Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina,
dell’affitto, delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche.

L’analfabeta politico è così somaro
che si vanta e si gonfia il petto
dicendo che odia la politica.

Non sa l’imbecille che dalla sua
ignoranza politica nasce la prostituta,
il bambino abbandonato,
l’assaltante, il peggiore di tutti i banditi,
che è il politico imbroglione,
il mafioso corrotto,
il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.

Bertolt Brecht

mercoledì 23 aprile 2014

Lettura della settimana


Che c'entriamo con noi con i moai dell'Isola di Pasqua? C'entriamo, c'entriamo... 
"Il punto non è deprecare il presente, ma comprendere il significato delle tante cose che accadono e avvolgono la nostra democrazia".

martedì 22 aprile 2014


 Elogio della candidatura


di Elso Simone Serpentini (da www.iduepunti.it)
...Se volete sapere chi furono i miei maggiori, ebbene sappiate che non mi ha generato un partito politico, di quelli ancora mezzo morti e quasi ciechi che ci sono ancora, ma un gruppo in pieno vigore e fervente di giovinezza, ebbro di quel nettare del quale si beve generosamente al banchetto del qualunquismo quando si viene convocati in nome della cosiddetta società civile.

Se poi volete sapere il luogo dove sono nato, visto che oggi voi elettori attribuite tanta importanza al luogo dove si sono emessi i primi vagiti, sappiate che io non sono nato in una riunione di partito da una designazione congiunta tra maggioranza e minoranza, né dall’indicazione sovrana di un capobastone di corrente, ma in un’isola dove tutto cresce senza seme né aratro, dove non esistono fatica, vecchiaia, malattie, un luogo che non ha ancora un nome e per questo lo chiamano Utopia. Da ogni parte mi adulano tenere fanciulle, magnificando le mie lodi, e mi trovo sempre tra tante delizie. E’ folto e numeroso il corteo dei miei sostenitori e delle mie sostenitrici, tanto che nessun altro candidato potrà mai avere l’eguale.

Quella che vedete con le sopracciglia inarcate è  Filautia, la mia segretaria, che conosce tutti i miei segreti e le mie aspirazioni, prende i miei appuntamenti, fissa le date dei miei incontri pubblici e privati; quella che sembra ridere con gli occhi è la mia consulente per le presenze televisive, sempre accorta e attenta; quella che batte sempre le mani è la mia capo-claque, che quando incontro gli elettori dà il via agli applausi nei momenti più indicati, con dotta sapienza; quella mezza addormentata e vinta dal sonno si chiama Lete ed è tra le collaboratrici la più preziosa, perché è quella il cui compito consiste nel far dimenticare a tutti le  mia promesse non mantenute e le poche ombre del mio passato politico.

Quella appoggiata sui gomiti, con le mani intrecciate, è la mia gost writer, mi scrive i discorsi, che imparo a memoria, e inventa per me gli slogans più affascinanti; l’altra, cinta da un serto di rose, cura gli addobbi delle sale dove mi reco a parlare e a fare discorsi; quell’altra dai mobili sguardi lascivi deve cercare di portare dalla mia parte gli elettori maschi, invitati ad offrirmi il loro appoggio con provocanti quanto suggestivi consigli.

Tra le fanciulle potete vedere anche due dei: maschi, ma con un temperamento che non ha niente da invidiare, quanto a determinazione e fascino, a quello delle donne del mio corteo. Il loro compito non è meno importante: consiste nel curare l’eleganza del mio abbigliamento e del mio comportamento. Con l’aiuto di tutta questa mia corte, io primeggerò su tutti gli altri candidati e sarò candidato tra i candidati, eletto fra gli eletti, sovrano fra i sovrani.

Vi ho detto origine, educazione, compagni. Ora, perché a qualcuno non paia senza fondamento la mia pretesa di essere eletto, drizzate le orecchie e ascoltate di quanta utilità la mia elezione potrà risultare alla città e ai cittadini e quanto sarà grande il beneficio che tutti trarranno dalla mia vittoria. Se, infatti, non senza saggezza, qualcuno ha scritto che essere eletto proprio questo significa: giovare agli altri ancor più che a se stessi, se a buon diritto sono stati eletti in passato e ammessi in consiglio candidati che avevano promesso anche vino, grano e simili beni, perché io non dovrei a buon diritto essere ritenuto e proclamato eletto fra gli eletti, dal momento che io posso essere quanto a benefici il più prodigo di tutti? Innanzitutto, che cosa può esserci di più dolce e prezioso della mia elezione? Tutti ne saranno felici e con essa farò felici tutti.

Dispenserò felicità alla mia città e a tutti con la testa, con il volto, con il cuore, con le mani e con l’orecchio. Sì, anche con l’orecchio, perché saprò ascoltare tutti e a tutti prestare ascolto, soprattutto ai giovani. Di dove, di grazia, questa benevolenza per la gioventù? Di dove, se non da me? Sarà per merito mio se i giovani troveranno un posto di lavoro, per merito mio guadagneranno e saranno sempre di buon umore, e questa felicità durerà in loro anche quando, cresciuti, con l’esperienza e l’educazione acquisteranno una certa maturità e, anche se sarà sfiorita la loro bellezza, illanguidita la loro alacrità e inaridita la loro attrattiva, venuto meno il vigore, grazie a me continueranno a sperare in un radioso futuro.

Quanto più gli elettori si allontaneranno da me, tanto meno vivranno felici, e, quando sopraggiungerà la gravosa vecchiaia, la molesta vecchiaia, odiosa non solo agli altri, ma anche a se stessa, nessuno riuscirà a sopportarla se, ancora una volta, impietosita da tanto soffrire, non verrò in aiuto io con le mie tante elargizioni, in cambio di una umile e modesta cosa quale la preferenza a me accordata alle elezioni. Io riporterò all'infanzia quanti saranno prossimi alla tomba e che il volgo, non senza fondamento, usa chiamare rimbambiti, li condurrò alla fonte dalla quale sgorgherà per mio esclusivo merito il latte che sarà per loro fonte di vita e continuerò ad elargire loro i miei benefici fino a quando saranno in grado di recarsi alla cabine elettorali e scegliere me quale candidato preferito. Delireranno, non ragioneranno più, ma sapranno ancora votarmi e riusciranno a farlo.
Paragoni ora chi vuole questo mio beneficio con quelli promessi ed elargiti dagli altri candidati. E non sto a ricordare quello che fanno quando li possiede l'ira per non essere stati votati; parlo di coloro che hanno goduto dell’elezione, ma dopo essere stati votati si sono trasformati in autori di promesse mancate, diventando alberi, uccelli, cicale, e perfino in serpenti, come se nel diventare altro consistesse il non rispettare il proprio programma elettorale.

Al contrario, i miei elettori sono tutti grassottelli, lustri, senza una ruga, proprio come quelli che chiamano porcelli d'Acarnania, immuni, per certo, da qualunque povertà e da qualsiasi disturbo senile, a meno che non si trovino a subire in qualche misura il contagio dei miei avversari politici, come capita, poiché la vita non consente mai una completa felicità. Vadano pure gli altri, stoltissimi elettori, a dare il loro voto ad altri candidati, a qualsiasi altro autore di vaghe e non mantenute promesse. Saranno voti persi, perché solo io posseggo quel filtro miracoloso che consente di mantenerle e la forza per usarlo.

Passate in rassegna tutte le liste di candidati, e trovatene uno solo che possa osare di dirsi a me pari, e di garantire uguale protezione ai propri elettori, che abbia la stessa fama di sapiente, che possa garantire più di me una vita felice, fatta di conviti, balli, canti e giochi. Chi non sceglierà me, fra tutti, come il sempre più allegro, il sempre più giovane, il sempre più generoso e dispensatore di posti di lavoro, di svaghi e di piaceri? Forse taluni penseranno che io millanti, chiuderanno gli occhi e non riusciranno così a vedere i mille e tanti vantaggi della mia elezione, si illuderanno che, votando un altro candidato, potranno operare una scelta migliore.

Essi andranno così incontro ad un ben triste destino e si pentiranno ben presto della loro scelta, capendo troppo tardi di essersi fatti ingannare da meriti che non erano meriti, vantaggi che non erano vantaggi e di aver seguito da sciocchi un altro corteo, diretto da un’altra entità di cui Erasmo tessé un elogio come questo: la Pazzia.